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-di Antonio Mennillo e William Signorelli- Intervista con Daniele Capezzone, deputato Direzione Italia, direttore di New Direction Italia (il ramo italiano della fondazione europea a suo tempo patrocinata dalla signora Thatcher), autore con Federico Punzi di “Brexit, La Sfida” (edizioni Giubilei Regnani).Il libro narra, attraverso anche interventi di altri autori, di come, con la Brexit ci si stia avvicinando al fallimento della costruzione europea. E’ un concentrato di pensieri liberi che non dovete farvi sfuggire. La Brexit e le reazioni a questo strappo sono un favoloso laboratorio costruito dalla recente storia per comprendere i confini e le «rotture» di principi e idee liberali, un libro in controtendenza con ciò che ci viene propinato su questo tema di questi periodi, un libro che rivede le posizioni in toto e non parla negativamente dell’evento in sé ma di come l’evento sia una conseguenza di una politica europea sbagliata su molti temi.

1) Come crede che il Regno Unito possa migliorarsi in futuro?

Le previsioni sono sempre difficili. Constato però che i dati economici della Gran Bretagna restano i migliori rispetto a quelli dei 27 paesi Ue. La scommessa del Regno Unito è quella di tornare a essere un superhub globale capace di attrarre risorse e investimenti, di commerciare con tutti, senza stare dentro la gabbia e le rigidità dell’attuale Ue. Dal loro punto di vista, direi una scelta ineccepibile, che dovrebbero alimentare con ulteriori tagli a tasse e regolamentazione.

2) Ribaltando la visione della Brexit, secondo lei, sarà più dannoso per l’UE perdere il GB o per la GB essere uscita da UE?

 Insieme a Federico Punzi, per il nostro libro “Brexit. La Sfida”, abbiamo messo in fila alcuni dati. Il Regno Unito, negli ultimi cinque anni, ha prodotto da solo più posti di lavoro degli altri 27 paesi Ue messi insieme. Londra produce 1000 posti di lavoro al giorno. Il tempo di attesa per trovare lavoro è tre giorni. Ecco, forse dinanzi a questo eccezionale dinamismo, dovremmo essere noi dell’Europa continentale a preoccuparci per la perdita della Gran Bretagna, di un paese amico così straordinariamente attivo e forte. Invece vedo in giro molta superficialità e molta sottovalutazione di un evento epocale.

3) Crede che gli USA possano essere dei validi alleati della GB nel processo isolazionista?
Non lo chiamerei processo isolazionista, ma di rilancio del commercio internazionale. Non c’è dubbio che Usa e Uk possano firmare accordi di reciproco interesse. Già il primo incontro May-Trump di qualche mese fa andava in quella direzione. Tornando a noi, invece, l’Ue non è riuscita (giusto o sbagliato) ad approvare il TTIP, cioè il trattato di scambio con gli Usa. Quell’accordo poteva piacere o non piacere, ma quel nulla di fatto è l’ennesima prova di un’Ue immobile sulle questioni decisive

4) Ci saranno, secondo lei, altri paesi che tenteranno uscita da UE? Se si quali e perché?

Questo è difficile da dire. Con Punzi, nel libro, più che uscite, auspichiamo un processo di riscrittura di tutti i trattati. Insomma, cogliere l’occasione del negoziato Londra-Bruxelles per una rinegoziazione anche fra i 27 sulle regole della futura convivenza. Formuliamo 7 proposte precise e e operative. La politica italiana farebbe bene a discuterne, anziché dedicarsi ai treni di Renzi, ai congiuntivi di Di Maio, o ai cani brambilleschi…

5) Come pensa che New Direction possa contribuire al dibattito politico nel Centrodestra?

 L’obiettivo di New Direction Italia è di essere un luogo di elaborazione e proposta culturale di limpida impronta liberale e pro-mercato in economia, e atlantica in politica internazionale. Il nostro primo evento, il 18 ottobre scorso, è stato sull’articolazione territoriale dello stato, anche rilanciando un vero federalismo. L’8 novembre lanceremo proposte liberali sulle banche. Il 22 novembre un approccio rivoluzionario sulla spending review: non solo tagli, ma proprio un ritiro dello stato e del “pubblico” da alcuni settori. E il 19 dicembre, riforma delle pensioni e del welfare dalla parte dei giovani, i grandi dimenticati.

6) Fino ad ora come giudica l’operato della commissione sulle banche  e la sua composizione?

 Si è cominciato tardi, per una palese volontà di affossamento da parte di molte forze politiche. La tendenza prosegue. Con i miei amici di Direzione Italia, abbiamo un’ossessione: il cattivo uso del denaro dei contribuenti (come diceva la Thatcher: “Non esiste il denaro pubblico, esiste solo il denaro dei contribuenti”…). Ecco, noi non avremmo voluto che fossero utilizzati i soldi degli italiani. Ma, ora che hanno deciso di utilizzarli, vorremmo capire se li si stanno usando bene o se li si stanno sprecando. L’8 novembre avanzeremo proposte precise al riguardo…Vale la pena esserci.