Importanti novità nel partito azzurro. All’indomani delle elezioni europee con Toti e Carfagna si tenta il rilancio del partito berlusconiano. 

A cura di Antonio Canto – Mark Zuckerberg ufficializza Libra di Facebook e Silvio Berlusconi nomina ben due commissari: Mara Carfagna e Giovanni Toti, siamo ad un passo dalla rivoluzione.

In meno di 48h abbiamo assistito a due annunci che aprono scenari imprevedibili, prima scosso il sistema bancario poi è stata la volta della politica.

Al via la fase di sperimentazione forzista, iniziato il round di crescita della startup azzurra grazie al suo Venture Capitalist per eccellenza, il primo della politica italiana: Silvio Berlusconi.

Gli elettori aspettavano da tempo un cambio di rotta in Forza Italia e questa nomina ha il sapore di storia, un altro colpo del Presidente, l’ennesimo, andando a pescare nel segmento ancora inesploso degli astenuti, dove c’è ampio margine di crescita e nuovi deal da chiudere.

In un mercato saturo di proposte, senza grandi novità in vista, mentre i volti nuovi scarseggiano ed i campioni latitano, con l’attuale maggioranza in sofferenza, arriva il colpo che scuote Forza Italia.

In attesa del rassemblement di Toti a Roma il 6 Luglio con “l’Italia in crescita”, il Presidente della Liguria incassa la nomina di coordinatore nazionale e adesso siede alla destra del padre politico.

Una nomina che attende una contromossa: scegliere se continuare per la sua strada unendo i dissidenti che chiedono da tempo l’azzeramento dei vertici forzisti, cambiando di fatto il suo referente politico oppure integrare il suo nuovo contenitore con il partito azzurro, obbligando i sovranisti a tenere conto del peso dei moderati, specie al sud, ago della bilancia in molte competizioni elettorali.

Dopo i disastri di Fli, Ncd e Ala sarà ancora questa la formula vincente per rivitalizzare il centro destra seguendo il vecchio schema?

Intanto alla sinistra del padre c’è Mara Carfagna, candidata ideale alla guida dei moderati italiani, rassicurante volto tv e voce ferma in aula, dove spesso ha tenuto a bada i colpi di testa dei colleghi più esuberanti tra i banchi di Montecitorio.

Dopo anni di esperienza politica sembra sia arrivato il suo momento, avendo l’occasione oggi di condurre la rivoluzione del buonsenso con toni istituzionali e progetti concreti, facendo leva sulla volontà condivisa di aprire il partito a nuove idee, creando una comunità che persegua i valori di Forza Italia, con un piano economico e sociale al centro della rivoluzione azzurra.

C’è bisogno di aria nuova ed Arcore si conferma ancora la Silicon Valley della politica italiana.

Ora, o la startup accoglie nuovi investimenti di idee e prova la scale-up, traducibile in una scalata all’interno del centro destra oppure gli toccherà programmare una exit e cedere il passo definitivamente a Matteo Salvini, nuovo founder già alla guida del 34% del mercato elettorale.