festa del no-a cura di Riccardo Pilat- Sotto la pioggia e il cielo plumbeo di Matera si riapre la stagione politica con la “Festa del No”. Una manifestazione con un parterre di argomenti e personaggi ricco, in vista di un appuntamento elettorale cruciale per la vita del Governo e della legislatura. Un luogo simbolo, oltre per la sua specificità artistica e culturale, anche per l’inizio di una campagna referendaria in cui il centrodestra decide di riunirsi, discutere, proporre idee e confrontarsi. Ad organizzarla sono stati comitati civici del NO e riformatori capitanati dal senatore Quagliariello.

Una kermesse politica in cui ha dominato nella prima giornata la figura di Stefano Parisi, intervistato dal giornalista Nicola Porro. Una chiacchierata informale, con la quale il city manager ha dato le linee guida e i contenuti per dare il via ad una nuova fase del centro destra nazionale: premierato forte, federalismo fiscale, assemblea costituente, macroregioni, presa di posizione di un NO referendario riformatore, slegato dalla personalizzazione renziana, sfatando il mito del caos in caso della vittoria del no, l’analisi che tale riforma non tocca i punti cruciali del vero riformismo di cui il nostro Paese ha bisogno, a partire dal decantato risparmio economico in termini sia di efficienza che di velocità nel processo legislativo, il neo centralismo governativo visto come mossa politica a scapito degli enti territoriali, in particolare regioni e comuni.

Tematiche toccate in generale da tutti gli esponenti presenti in primis dal sindaco Guido Castelli, che ha paragonato il nuovo possibile status di soggezione governativa nei confronti degli enti locali pari a quello che il cancelliere tedesco Angela Merkel possiede nei confronti del nostro premier Matteo Renzi. Tra i tanti ospiti in prima fila si sono presentati a sostegno dell’iniziativa Maurizio Gasparri, Giulio Tremonti, Guglielmo Vaccaro, Andrea Augello, Roberta Angelilli, Giuseppe Moles, Lelio Alfonso, Raffaele Fitto, Renato Brunetta, Giuseppe De Mita, Giancarlo Giorgetti, Barbara Saltamartini, Vincenzo Piso, Giuseppe Gargani, Italo Bocchino e tanti altri come il consigliere Rai Carlo Freccero, i giornalisti Bianca Berlinguer e Maurizio Belpietro che hanno denunciato una politica televisiva non paritaria nei confronti dello schieramento del No, a causa di una riforma Rai di stampo governativo.

A chiudere la prima giornata sono stati poi gli esponenti dello schieramento cattolico, capitanato dalla senatrice Eugenia Rocella e dal senatore Carlo Giovanardi, che ha riconosciuto questa manifestazione come l’inizio di un processo per la ricostruzione di una quarta gamba politica che si riconosca nel centrodestra, nella sfiducia all’attuale governo e nella battaglia contro la legalizzazione delle droghe. Dal palco cattolico ha preso posizione anche il già direttore di Avvenire, Dino Boffo, che ha ribadito che questo referendum non porta con sé semplicemente una contrarietà di una parte o di uno schieramento preciso, bensì di tutta una serie di valori fondanti la nostra società che vanno dalla perdita della potestà dei cittadini nei confronti della politica, al sacrificio della sussidiarietà, al ritorno di un passato lontano nei confronti delle istituzioni locali, in primis le Regioni.

Spunti interessanti hanno coinvolto la senatrice Bonfrisco, capogruppo dei conservatori e riformisti, che vede nel fronte del NO il primo passo verso una nuova aggregazione che possa evolversi in un fronte liberale, giovane e modernizzatore, ma soprattutto radicalmente alternativo a Renzi. Tra gli ospiti sono interventi anche esponenti della maggioranza o meglio della minoranza dem, come il senatore del Partito Democratico Gotor, che ha ribadito la sua contrarietà insieme ad altri colleghi del modus operandi dell’esecutivo basato sul ricatto fiduciario (oltre 50 volte) compresa la legge elettorale. A chiudere la seconda e ultima giornata sono stati gli interventi di Raffaele Fitto e Gaetano Quagliariello, che dalla città dei Sassi ha voluto lanciare un appello e un obiettivo chiaro: costruire un NO referendario non sulla paura ma sul coraggio delle scelte e la partenza di un cantiere politico che da oggi a due mesi apra la strada ad un nuovo soggetto fondatore di una possibile unione “margheritiana” di centrodestra in vista delle elezioni politiche 2018.

Una Festa del No quindi che sembra dare il via ad un processo di aggregazione di anime e proposte politiche all’interno di un’area liberal popolare che può fare da spalla al progetto riformatore di Stefano Parisi.