tmp_3825-hakuna matata-2-2076311932-a cura di Andrea Rapisarda- Tema molto sentito sul territorio di Ostia (X Municipio) è la questione legata agli stabilimenti balneari, che come abbiamo potuto leggere tutti sui media nazionali si sono ritrovati nel centro del mirino per presunti abusi edilizi. In questa intrigata quanto complessa situazione di sfondo socio-politico, possiamo dire che c’è un Partito Democratico in veste di paladino della legalità: un qualcosa d’inusuale e incoerente, se pensiamo a come il loro presidente Tassone si stato arrestato per contatti con lo stesso Buzzi.
Che su Ostia molti balneari abbiano reso le spiagge sempre meno accessibili ai cittadini come ai turisti, è triste dato di fatto. Lunghimuri e cementazioni la fanno da padroni sul litorale, rovinando così quello che potrebbe essere un bellissimo ambiente naturale lungo la costiera romana (magari stile Viareggio). Ma perché si è arrivati a questo punto? Secondo il punto di vista dei balneari tali strutture sono erette solo per essere più competitive sul mercato e rendere Ostia più bella e con un maggior numero di visitatori. Un business marittimo che mette Roma in diretta competizione con spiagge più quotate del centro Italia, magari cercando di ripianare il gap con località costiere come quelle sul Mar Adriatico. Per ora sulla questione non c’è storia ed è impossibile paragonare le coste del X Municipio con i siti adriatici come Riccione e Tortoreto.
L’edilizia balneare di Ostia si è strutturata con l’idea di offrire tanti servizi a quel cittadino che rinnova annualmente le proprie iscrizioni presso gli stabilimenti, giustificando così anche i grandissimi costi esosi che servono per una semplice tessera (cabine, ombrelloni, palestra, attività sportive, luoghi ludici, mini club per bambini, etc). Ma può bastare tutto ciò a rendere le coste romane più competitive? Assolutamente no: alla bellezza di una struttura serve anche un’eccellente collaborazione con il territorio e le sue istituzioni. Non è un mistero che Ostia viva un periodo di profonda difficoltà, dove il commissariamento è stato l’ennesimo problema che si è aggiunto per i cittadini: una situazione creatasi paradossalmente da quei volti piddini, che ora inneggiano goffamente alla legalità.
Vediamo l’ex assessore Sabella portare avanti crociate sull’edilizia balneare (ha scritto il libro “Capitale Infetta” ), dimenticando però come certi affari vanno avanti dalla gestione amministrativa di Rutelli sulla Capitale. Ma quello che meraviglia sono la mancanza di dialogo tra gli stessi gestori balneari (spesso sindacati riconosciuti a livello nazionale) e le stesse istituzioni del territorio, con quest’ultime che sono latitanti da oltre tre anni. Allora com’è possibile discutere dei problemi legati alle coste e rilanciare il turismo a Ostia senza il dialogo tra le parti? Mistero! Vediamo un Partito Democratico che si mostra solo per mettere in atto azioni di facciata, senza però metterci la faccia in un dialogo per la risoluzioni definitiva dei problemi: a Ostia manca dannatamente la presenza di volti come Marco Pannella e Teodoro Buontempo, due politici che hanno dato tanto al territorio.
I problemi del litorale non si fermano agli abusi edilizi o di concessione degli spazi, ma sono presenti anche questioni sulla gestione delle stesse spiagge: sul territorio è fortissimo il fenomeno dell’erosione delle coste. Tantissimi stabilimenti vedono ogni anno una fortissima diminuzione dei propri metri cubi di sabbia e danni alle proprie strutture, come ultimamente è successo anche allo stabilimento “Nuova Pineta-Pinetina”. Un problema che può essere risolto solo con una forte volontà politica, visto che solamente le amministrazioni (comunali e regionali) possono reggere le spese d’ingegnosi lavori risolutivi che vanno ripetuti ciclicamente. Su questo tipo di operazioni strutturali già si accordò Rutelli con le realtà balneari di Ostia, senza però che tale patto venisse mantenuto nelle successive amministrazioni romane (Veltroni, Alemanno e Marino).
Quello che serve a Ostia è un disegno ecosostenibile, che porti il litorale romano a essere competitivo con le altre mete turistiche estive della penisola. La Capitale deve ricominciare dal turismo e la posizione geografica del X Municipio può essere un perno fondamentale a questa via economica, visto lo sbocco sul mare, i beni artistici presenti sul territorio e la vicinanza con l’aeroporto intercontinentale Leonardo da Vinci.