la-costituzione-della-repubblica-italiana A cura di Daniele Bertè – Cons. Circ. Rovereto sud (TN) 227 anni or sono.. era il 1789 e un testo approdò negli Stati Uniti d’America, lo stesso testo lo troviamo ora custodito a Washington. Parliamo della Costituzione Americana che tutt’oggi è in vigore con lo stesso stampo di allora, la stessa che ha permesso l’elezione democratica del 45° presidente, la stessa che ha portato l’America a diventare un modello per tanti altre nazioni. Vede direttore, cambiare è doveroso, com’è doveroso adeguarsi ai tempi moderni e non serve riscrivere 49 articoli bensì un plauso alla regola del civilismo e del conoscere la storia perché da essa possiamo attingere al nostro futuro.
Con la presente sono a formalizzare le ragioni che mi spingono a dire di no a questa riforma costituzionale. Uno, salviamo la Costituzione e la democrazia parlamentare e due, impediamo ad una maggioranza, che non ha avuto alcun mandato al riguardo di mutare la costituzione.
Era il 2-3 giugno del ‘46 quando gli italiani vennero chiamati al voto senza distinzioni di sesso a scegliere tra monarchia e Repubblica. Poi vennero eletti i 556 padri costituenti. Scalfaro disse: un popolo ha bisogno di una casa dove possa sentirsi al sicuro, la costituzione è la nostra casa.
Questa sconosciuta fino a pochi mesi fa conteggiava 9300 parole di cui il 93% scritte con un vocabolario di base. Poi cominciarono a modificarla dal 1999 con Cesare Previti per poi nel 2001 sotto il l’Ulivo con il Titolo V poi la destra nel 2005 con una riforma di 53 articoli (non passata).
Ora i Renzi-Boschi-Verdini danno il meglio per sfasciarla, la dimostrazione è nell’art. 70 che da 9 parole passa a 439 confuse e per niente chiare nel loro insieme.
Questa riforma è stata scritta da persone elette con il Porcellum, ovvero quella legge elettorale che venne dichiarata incostituzionale il 4-12-2013 e inoltre chi ha meschinamente scritto questa riforma fa parte della XVII legislatura dove il 26% è formata dai cambia casacca (dati Openpolis).

Le ragioni del no: abbiamo un parlamento dichiarato incostituzionale, questa volontà non c’era nel programma del PD (2013), le riforme sono state forzate grazie all’uso immane della fiducia, il vero risparmio è di 50milioni espressi dalla ragioneria dello stato e non 500milioni, il nuovo parlamento non sarà più eletto dal popolo ma la gran parte nominato dalla casta, viene regalato alla camera il 54% dei seggi ad un partito che potrebbe avere un 15% di preferenza, nel rapporto tra Stato-Regioni viene intromessa la “clausola di supremazia” dello Stato che di fatto toglie autonomia alle regioni, ci sarebbe una proporzione non conforme con i 100 sentori in quanto noi TAA ne avremo molti di più rispetto ad altri, avremo senatori part-time che faranno male sia il ruolo di consigliere regionale o sindaco che senatore (con tanto di immunità per compiere atti illeciti e qui in Trentino vantiamo due nomi, uno con la corruzione elettorale e l’altro per aver autentificato firme false), il presidente della Repubblica verrà eletto da deputati e sentori (730 in tot.) ma i secondi sono così pochi che il loro voto risulta essere influente, le leggi ad iniziativa popolare passando da 50mila a 150mila, si sono detti contrari i più noti e autorevoli costituzionalisti italiani, eeee sí propio lui: Matteo Renzi ha annunciato che se perde va a casa, ecco questo motivo lo trovo di estremamente interesse!

E noi come provincia autonoma non possiamo regalare via la nostra autonomia a banche, finanzieri, lobby e soprattutto al governo centralista colonialista romano che già si è espresso in materia di regioni a statuto speciale. Nero su bianco nel libro di Matteo Renzi “Stil Novo” pag. 99-100 troviamo queste affermazioni “Via le Provincie … Via le Regioni a statuto speciale”.

La nostra autonomia: vale, ha visto morti specie nel periodo dal ‘60 al ’70 con attentanti terroristici da nord a sud della regione, abbiamo studiato ogni piccola parte del testo dello statuto, primo ’48, secondo ’72 ed ora il terzo. Uno statuto fantastico che non voglio cancellare con clausole di supremazia!

Che tristezza che stiamo vivendo, alla politica interessa solo il potere dimenticandosi della bella missione che essa porta con se’.

Daniele Bertè
Cons. circoscrizionale Rovereto Sud (TN)

 

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