fedriga-di Michele Gottardi- È una delle tante cene che la Lega Nord organizza sul territorio veneto, forte del suo consenso e dell’attivismo dei suoi militanti. Siamo a Monastier, a pochi chilometri da Treviso, in quella che anche quest’anno si è confermata la provincia più leghista d’Italia. Il ristorante è uno tra i più famosi della zona: trecento coperti, tavole perfettamente imbandite e tanto entusiasmo in vista della campagna elettorale per il referendum costituzionale. Tra gli ospiti più importanti il governatore Luca Zaia, dominus incontrastato della politica veneta, l’ex sindaco di Treviso Giampaolo Gobbo, ideatore negli anni Ottanta della Liga Veneta, e Gianantonio Da Re, ex sindaco di Vittorio Veneto e attuale segretario regionale della Lega Nord.
Più tardi vediamo arrivare anche Massimiliano Fedriga, capogruppo della Lega Nord alla Camera dei Deputati. Il suo nome non era presente sulla locandina dell’evento, ma ha deciso di fare un salto per poi ritornare nella sua Trieste. Trentasei anni, nato a Verona e con in tasca una laurea in Scienze della comunicazione arricchita da un Master in Gestione e analisi della comunicazione, è stato eletto nel 2008 e nel 2013 sotto il simbolo della Lega Nord, della quale è diventato capogruppo nel 2014. Sempre sorridente e dal fare molto garbato, decidiamo di non farcelo scappare e gli chiediamo se possiamo sottrargli qualche minuto per una breve intervista: proposta accettata.

Qual è secondo lei il problema più profondo del nostro Paese?
Non ho dubbi: il lavoro! Il Governo Renzi ha risposto a questa problematica con una pioggia di bonus a scopo elettorale, costati miliardi di euro e rivelatisi inutili, senza dare risposte strutturali. Il primo obiettivo è quello di diminuire le tasse. In Italia in questo momento paghiamo il 64,8% di Total Tax Rate (pressione fiscale complessiva): in Slovenia è al 31%, in Austria al 50%. O agiamo sulla diminuzione della tassazione e sulla sburocratizzazione o non ci sarà futuro.

Qual è su questo tema la proposta della Lega?
Abbiamo fatto una proposta molto chiara che è quella della flat tax (letteralmente “tassa piatta”). Con questo modello di tassazione non solo si applicherebbe un’aliquota unica al 15% uguale per tutti, ma si semplificherebbe il sistema di pagamento. Le imprese chiedono una cosa: meno burocrazia. Ed è proprio questo il fine della nostra ricetta.

La Lega ha avuto da sempre un cavallo di battaglia: l’immigrazione. Cosa ci dice a proposito?
Viviamo in uno Stato che sta portando avanti delle politiche illegali. A Como stanno costruendo delle abitazioni per persone che non hanno nemmeno fatto domanda di asilo politico e che il Governo non dovrebbe mantenere sul suolo nazionale. Le statistiche del Ministero dell’Interno dicono chiaramente che coloro che hanno diritto di protezione sono il 5%. Lo Stato deve accogliere e assistere chi veramente scappa dalla guerra, ma tutti gli altri devono essere espulsi. E invece il Governo cosa fa? Accoglie chiunque e stanzia 4 miliardi di euro per l’assistenza diretta, escluse spese sanitarie, alloggi ecc.. E’ una pazzia!

Sul versante del referendum costituzionale, perché votare NO?
NO perché abbiamo a cuore il futuro dei nostri figli. Questa riforma toglie la possibilità al cittadino di scegliere i propri rappresentanti, non elimina gli sprechi e centralizza quasi tutte le competenze regionali. Realtà virtuose come il Veneto si troverebbero gestite dalla pessima macchina dello Stato centrale, mentre noi vogliamo più autonomia. Per di più la maggioranza ha inserito la “clausola di supremazia nazionale” che consente al Parlamento di intervenire su materie non di competenza dello Stato.

Quindi un NO convinto e deciso…
Assolutamente sì. L’esito di questa riforma sarà una deriva autoritaria accompagnata da un peggioramento delle condizioni del Paese.

La sua Regione, il Friuli Venezia Giulia, è governata dalla Serracchiani. Che opinione ha?
Ha commesso solo disastri, l’ultimo sul fronte della sanità. Per sottostare ai diktat di Renzi ha fatto chiudere quattro ospedali e ha ridotto i servizi svendendo la nostra eccellenza sanitaria per una questione politica. In Friuli la sanità è pagata dai cittadini friulani e giuliani e pensiamo che sia un loro diritto essere curati nel migliori dei modi.

Come immagina il futuro del centrodestra?
Dobbiamo essere fermi nel denunciare le scelleratezze che questo Governo sta portando avanti e nello stesso tempo essere propositivi. Le nostre idee sono chiare: meno burocrazia, meno clandestini, più investimenti, più legalità.

Arriva il governatore Zaia. Fedriga lo segue con un occhio e intuiamo che vorrebbe parlargli prima che scappi. Lo lasciamo alla sua conversazione, ma non prima di averlo ringraziato per la preziosa disponibilità.