trump– di Alessandro Cocco – Ognuno di noi avrà sicuramente visto molti film americani in cui il Presidente degli Stati Uniti è costantemente seguito da un ufficiale di una delle vari armi degli Stati Uniti (Esercito,Marina,Aeronautica.Corpo dei Marines e Guardia Costiera) che trasporta una valigetta nera in pelle con un legaccio al polso: si chiama “Nuclear Football”. Esiste realmente ed è possibile vederla in molte foto scattate dai giornalisti nelle varie uscite pubbliche del Presidente degli USA.
La Nuclear Football viene chiamata cosi perchè il primo piano di attacco e difesa nucleare americano si chiamava “dropkick”, ovvero un particolare calcio che si usa nel gioco del football e per effettuare un “dropkick” serviva un “football”.
La valigetta nucleare non funziona esattamente come si vede nei film: ovvero non basta aprirla, inserire un codice alfanumerico, girare una chiave e premere un grande bottone rosso per incenerire uno stato piuttosto che un altro; il suo funzionamento è molto più complesso e temporalmente lungo.

La valigetta nera contiene i seguenti quattro oggetti:
1) un libro nero (“Black Book”) composto di 75 pagine strette e lunghe stampate nero su rosso contenenti le indicazioni sui modi d’impiego delle armi nucleari americane, le opzioni di risposta ad un attacco nucleare che riguardi il territorio statunitense e tutte le possibilità di attacco nucleare.
2) un altro libro di 10 pagine in cui sono indicati posti sicuri in cui il presidente ed il suo staff possano rifugiarsi.
3) un folder (Cartella) con 8 o 10 pagine con le indicazioni per attivare l’ EAS (Emergency Alert System), ovvero il Sistema di Allerta d’Emergenza Nazionale, che permette di comunicare messaggi di allerta in tutto il paese in un brevissimo tempo.
Viene testato settimanalmente e può essere utilizzato anche in caso di alluvione, terremoto, tornado ed altre evenienze.
4) un numero non precisato di tessere contenenti i codici di autenticazione.
A questo corredo si unisce il cosiddetto “cookie” (biscotto), ovvero un particolare plico che il presidente tiene sempre con sè contenente il suo codice di autenticazione personale.
Il plico va rotto e spezzato a metà per permettere l’estrazione della carta con il “gold code” del presidente.

Nella valigetta non c’è nessun pulsante di lancio immediato e la procedura per il suo impiego è ben più complessa di quella vista nei film. Se il presidente si trova al di fuori di uno dei posti fissi di comando (la Casa Bianca, il Pentagono, l’AIR Force One), viene informato via radio o telefonicamente della possibile minaccia da un alto ufficiale, nel frattempo l’ufficiale incaricato apre la valigetta e da quel frangente ha circa 4 minuti per scegliere uno dei piani d’attacco previsti dal “The Black Book” all’interno della valigetta e trasmettere via radio (con un particolare sistema chiamato ITW/AA: Integrated Tactical Warning/Attacck Assessment) l’ordine d’attacco al NMMC (Centro di Comando Militare Nazionale) che viene immediatamente girato agli assetti interessati (ICBM, Bombardieri Intercontinentali, Sommergibili lanciamissili).
L’ordine non è ancora, però, esecutivo e a questo punto interviene la regola del “two man rule”: neanche il presidente da solo può lanciare un attacco nucleare e l’ordine deve essere confermato anche dal Segretario della Difesa e dai suoi codici che devono essere trasmessi e confermati simualtaneamente a quelli del presidente.
Dopo questi inevitabili passaggi, l’ordine viene trasmesso alle unità di competenza che portano fisicamente a termine l’attacco (girare le chiavi di lancio in un bunker o in un sommergibile, sganciare gli ordigni nel caso di armi aviotrasportate e così via).

In definitiva la catena di comando non permette alla follia di un singolo uomo (sia esso il presidente o il Segretario della Difesa) di poter lanciare una qualsiasi arma nucleare, ma la scelta deve essere condivisa dalle alte sfere militari che potrebbero non trasmettere l’ordine di lancio. Infatti “la chiave di lancio” (fisicamente è proprio una chiave) deve essere girata dagli ufficiali preposti che per assurdo potrebbero anche rifiutarsi ed ammutinarsi (molto probabile in caso di armi aviotrasportate in cui i piloti di bombardieri sanno benissimo quale obiettivo stanno attaccando, al contrario degli ufficiali nei bunker collegati ai missili intercontinentali che non hanno alcuna idea dell’obiettivo che verrà colpito dai loro missili).

Consiglio ai detrattori di Donald Trump di dormire sonni tranquilli: The Donald non avrà il pulsante magico per sparare missili nucleari come fossero petardi di capodanno, la catena di comando americana ha garantito più volte la sicurezza nell’utilizzo di armi nucleari (ad esempio nel 1983 durante l’esercitazione Able Archer si arrivò ad un passo dal girare le fatidiche chiavi e per anni abbiamo vissuto con rischi di guerra nucleare ben più grave rispetto al rischio corrente.