– di Filippo Del Monte – Il concetto di “Patria” sembrava definitivamente sepolto sotto le rovine del ‘900. Oggi, il germogliare di nuovi sentimenti patriottici e nazionali ha fatto riemergere in modo dirompente la “Patria”. Nell’omonimo libro di Fabio Granata, pubblicato per “Eclettica”, l’ex parlamentare aennino prova a declinare “oltre il ‘900” questo sentimento, per dar vita a nuove sintesi politiche e culturali.

Le riflessioni di Granata hanno un valore innanzitutto prepolitico; abbondano di riferimenti classici ed allo stesso tempo contemporanei. Il lettore e l’autore sono accomunati in quest’opera da una caratteristica: entrambi sono degli “ulissidi” alla ricerca della loro Itaca, di una patria che non sia solo ed esclusivamente spirituale o fatta solo di suolo; ma che sappia fondere insieme questi due importanti concetti.

Storia, tradizioni e “genio della stirpe” si intersecano in questo viaggio che ha per meta finale l’Italia. Se è un’Italia nuova l’obiettivo questo non è precisato, è sicuro però che – se negli ultimi anni qualunque cosa con sapore vagamente “patriottico” sia stata violentata od accantonata – per raggiungere questa “patria” vi sia bisogno di trovare nuove sintesi. Lo si è detto, il ritorno sulla scena delle Nazioni è stato dirompente per tutta una serie di motivi, ed una forza politica nuova ha il bisogno e la necessità di fare della Patria il proprio fulcro valoriale.

Ma Granata sottolinea anche che l’alternativa politica allo sfascio nazionale è legata a doppio filo alla ricostruzione culturale di un’area che troppo spesso, in questi anni, ha perso la bussola smarrendo il proprio patrimonio ideale ed impregnandolo di inutili nostalgismi. Quell’espressione “oltre il ‘900” è fondamentale per comprendere il quid profondo dietro le parole di Granata: siamo in un nuovo secolo, i paradigmi di valutazione sono cambiati, le “visioni del mondo” sono cambiate, e quanti vogliano difendere la “patria” hanno il dovere non solo di “fare politica” ma anche di essere “laboratorio culturale” per questa comunità.

Allora ecco che il lettore viene preso per mano ed accompagnato, attraverso parole dallo stile informale e cristallino, in un viaggio il cui scopo è, appunto, la riscoperta del Genius italicus. Guardare al futuro costruendo nel presente e con il massimo rispetto per il passato – senza nostalgismi ed abiure strumentali – è quanto Granata propone di fare. Si potrebbe dire che “Patria. Idee oltre il ‘900” sia uno dei primi testi che raccolgono la sfida di pensare ed attuare la “rivoluzione conservatrice” nell’Italia del XXI Secolo. Rivoluzione conservatrice mai nominata esplicitamente da Granata, eppure necessità sentita che, come un fiume carsico, emerge di volta in volta nei momenti di crisi e di massima creatività (e molto spesso questi momenti sono complementari) della destra italiana.

Destra e sinistra sono due concetti novecenteschi bistrattati in questi ultimi anni eppure affatto scomparsi; si sono semplicemente evoluti di fronte a questa nuova fase storica, hanno cambiato i propri punti di riferimento o sono ancora un magma indistinto. Granata prova a dare la sua “ricetta” per la destra del XXI Secolo e sicuramente fornisce spunti di riflessione interessanti per chi intende la politica ancora come scontro tra visioni del mondo – a tutti i livelli – e non solo come strumento da utilizzare per interessi personali di tipo affaristico. Nel tempo dell’antipolitica Granata regala al lettore una visione puramente politica, quella cioè capace di legare la prassi ad un pensiero che mano mano viene costruito.

In questo inizio di XXI Secolo gli steccati ideologici preconfezionati sono crollati, questo però non significa che il pensiero politico in sé per sé, visione totalizzante della vita individuale e comunitaria, sia entrato in crisi; anzi, esso ha nuovamente trovato il suo pilastro fondante, la sua “base di partenza”: la Patria.