A cura di Italo Minesso –  Siamo in un momento storico cruciale per la storia dell’ Occidente ed in particolare dell’Italia. Un piano articolato, incisivo ed efficace per le famiglie e la natalità non deve assolutamente intendersi come un intervento marginale, un rattoppo per quello che viene considerato un problema relativo e di passaggio. Dopo il baby boom degli anni ’70, quando sembrava che la crescita demografica dovesse essere indefinita e addirittura ci si poneva il problema della sovrappopolazione, abbiamo assistito invece successivamente al calo della natalità consequenziale ad un’ideologia del benessere e dell’edonismo, del carrierismo rampante, che vedeva i figli quasi come un ostacolo al godimento della vita sociale e ai frettolosi tempi lavorativi che si imponevano in una società in continua crescita economica. Dopo il 1989, con la caduta del Muro di Berlino, l’avvento dell’ Unione Europea e successivamente della moneta unica, la delocalizzazione e la globalizzazione, ci si portò gradualmente in una condizione di carenza economica, carenza dei posti di lavoro, cessò di conseguenza l’ideologia edonistica di cui sopra. L’immigrazione cominciò a farsi sentire nel suo impatto in termini quantitativi. Ecco dunque che da una parte della società avvenne la riscoperta degli antichi valori della Patria e della Famiglia, purtroppo tale riscoperta legata alla generalizzata impossibilità ad attuarli. Un’altra parte sociale si dedicò alle sfalsate idee di abbandono dell’idea di nazione, al mito contrario della cessione della propria identità alla massa migrante in arrivo, addirittura si demandò e si continua a demandare a loro il compito di proseguire il compito di popolare l’Italia, con il loro numero sempre piu’ ingente, con i loro figli numerosi in quanto facilitati economicamente da certa politica, con l’idea di società multietnica e di figli multietnici. Concetti questi che, seppur siamo abituati a sentirli come un tam tam di guerra attraverso i media, fanno rabbrividire per la loro terribilità storica. La sostituzione etnica del  Popolo Italiano, che cresce a livello esponenziale, viene propinata come un’ideologia martiriologica a cui e’ impossibile, grave e inopportuno sottrarsi. E ciò a livello europeo. Ora dunque una rinascita, almeno parziale, almeno dignitosa del popolo Italiano non può che avvenire tramite il restituire significato ideale e possibilità economica alle famiglie. Il piano di sostegno alla natalità, di cui peraltro c’era bisogno da tempo, non può che essere visto, in una chiave storico demografica, e qualora potesse avere luogo, in una prospettiva storica di grande portata, una grande proposta di rinascita della gens italica, uno slancio verso il futuro, come peraltro è già avvenuto diverse volte nella Storia, dopo guerre, pestilenze, carestie. I provvedimenti legislativi proposti non sono assolutamente marginali per la gente comune, per coloro i quali vivono con uno stipendio corrente, per coloro i quali una multa per eccesso di velocità può far la differenza nel bilancio mensile. Ad esempio la gratuità degli asili nido non può che significare grande sollievo economico per le famiglie con madri lavoratrici. Ma soprattutto la certezza del lavoro, la continuità del reddito, la sicurezza di un avvenire economico, anche se modesto, potranno far rialzare le sorti della natalità in Italia, e si auspicano proposte e miglioramenti in tal senso.