PUIGDEMONT  FOMENTA LA RIVOLTA CONTRO LA SPAGNA E POI SCAPPA DALLA NAVE CHE AFFONDA COME UNO SCHETTINO QUALUNQUE.

A cura di Giorgio La Porta – ‘Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare’. E così dopo aver fomentato la rivolta di piazza portando vecchi e bambini a prendere mazzate ed aver esasperato la richiesta di indipendenza della Catalogna, il grande statista Puigdemont scappa dalla nave che affonda come uno Schettino qualsiasi.

In questo caso, però, nessuno gli chiede di tornare a bordo, anzi di restarsene lì per fare meno danni possibili.

Chi come il sottoscritto ha vissuto il passaggio tra la prima e la seconda Repubblica ha sentito direttamente raccontare dai testimoni oculari i tanti piccoli gesti di quotidiano eroismo di tanti ragazzi del Fronte della Gioventù che morivano per attaccare un manifesto o per partecipare ad un comizio. Abbiamo imparato la passione per la politica guardando il colore delle lacrime dei parenti delle vittime degli anni ’70, vedendo che il giorno del ‘presente’ a questo o quel ragazzo si mollava tutto e ci si ritrovava in quel punto in segno di rispetto.

Eppure nessuno di loro voleva essere un leader. Un leader si sacrifica per la causa, se crede in quella causa. Quanti sono stati i leader confinati in Italia, imprigionati, uccisi per denunciare l’oppressione di un regime. Senza andare troppo indietro penso all’esperienza dei radicali di Marco Pannella. Quante volte si è fatto arrestare per denunciare questa o quella legge antiproibizionista? L’arresto era la parte integrante della sua protesta. Se di fronte all’arrivo della polizia fosse fuggito, tutta l’intera battaglia sarebbe stata vana. E Matteotti stesso non sarebbe stato Matteotti senza il gesto della sua morte. Sarebbe stato uno dell’opposizione emigrato all’estero a urlare cose contro un presunto regime che invece diventa regime autoritario e violento proprio nel momento in cui uccide lo statista socialista.

Puigdemont è più un personaggio dei cartoni animati, un Orietta Berti maschile in versione antipatica che ha fomentato la sua base chiedendo l’indipendenza e spendendo soldi pubblici spagnoli per finanziare un referendum incostituzionale e illegale. Dovrà rispondere di questo. Intanto presto ci saranno le nuove elezioni della Catalunya e secondo i sondaggi i partiti secessionisti sono in crollo totale. La risposta di milioni di unionisti per le strade ha spento ogni fuoco indipendentista. Ci siano presto le elezioni e si faccia un governo unitario per lenire le ferite che questo eroe della fuga ha portato alla sua comunità. La Spagna ci piace unita, proprio come l’Italia!