download– Di Danilo Conte Aglioti – Sono i vari volti dell’immigrazione, dell’informazione e della coerenza.

Si può trattare di adulti, uomini, donne e bambini, il contesto non cambia, l’arrivo in Italia è sempre con un barcone ma l’immagine che colpisce può rappresentare una differenza culturale, espressione che forse può colpire l’aspetto psicologico di una persona. Migliaia di persone sbarcano in Italia ogni giorno, persone che prendono lo stesso barcone e percorrono la stessa tratta rischiando di non arrivare alla meta cercata, ma forse peccano di un’ aspetto adeguato, pulito, chiaro ed elegante per farsi vedere su un giornale, su una televisione, per farsi descrivere da un giornalista la loro storia, il loro motivo dello sbarco e del perché lasciano la loro terra natìa.

A noi non interessa, ed il perché? Non balza nei nostri sguardi, nei nostri pensieri ma basta così che invece un bimbo congolese in giacca e papillon, di 3 o 4 anni, proveniente dalla Libia per dare un nuovo sguardo ai nostri occhi, ed un viaggio, lungo e difficile, in un mare freddo e buio, con eleganza, perché il viaggio più importante della sua vita, può rappresentare il suo futuro, ed una accoglienza di grande festa.

L’ obiettivo della madre e del bambino è l’America, ma la partenza è sconosciuta, la meta è qualsiasi, e lo scopo è scappare dal Congo per cercare la libertà di vivere, crescere e sorridere. Questo è un volto di una immigrazione non troppo controllata sia in Italia che in Europa dove la maggior parte di queste persone si perdono, spariscono e scappano per paura di essere rimandati nei loro paesi d’origine ma ecco che basta un piccolo sguardo quasi impaurito per far ricredere su alcune questioni e far nascere una morale che forse porterà da oggi in avanti un nuovo pensiero, un nuovo intervento in difesa di chi rischia la propria vita per vedersi realizzarne una nuova.