C_4_articolo_2129796_upiImagepp-di Antonio Pezzopane- Dura ormai da mesi il caos in cui versa la coalizione di centrodestra a Roma, divisa dai veti incrociati e da un candidato come Bertolaso che avrebbe dovuto garantire una sintesi che invece non c’è stata. Non hanno contribuito a diradare la nebbia dell’incertezza neppure i gazebo organizzati da Matteo Salvini domenica, ma se è vero che l’ordine è necessario per non perdersi ed il disordine per ritrovarsi, il segretario del carroccio potrebbe aver gettato le basi perché a ritrovarsi siano gli spaesati elettori di centrodestra. Su un totale di quindicimila votanti nei gazebo Marchini conquista la maggioranza (4534 voti) ma ciò che più importa non è il responso delle urne ma il fatto che come non accadeva da molto tempo una parte del centrodestra consulta i suoi elettori sul tema della contendibilità della leadership. Se da Forza Italia e Fdi piovono commenti negativi su un’iniziativa che “sa di farsa”, Salvini al contrario rilancia e coglie la palla al balzo del risultato di domenica per rilanciare le primarie. Uno sviluppo insperato vista la palude nella quale si era cacciato il centrodestra principalmente a seguito del no di Giorgia Meloni alla candidatura di Alfio Marchini, l’imprenditore romano dal principio ben visto dal leader del Carroccio e dai vertici romani di Forza Italia. Proprio Giorgia Meloni sembra colei che perde maggiormente da questa situazione: la confusione ha favorito la corsa di Francesco Storace che con il 9% rivitalizza la vecchia guardia che sembrava battuta con la vittoria all’assemblea della Fondazione AN , si è vista “scippare” il tema a lei caro delle primarie ponendosi come elemento di frattura invece che di sintesi, insomma non è riuscita a “dare le carte” nella sua Roma che invece doveva darle un’ulteriore spinta sulla scena nazionale. A rispondere a questi interrogativi ha provato Silvio Berlusconi proponendo Guido Bertolaso, nome che ai più non ha scaldato il cuore compreso quello di Matteo Salvini che cogliendo l’occasione delle uscite giudicate infelici su Rom e Rutelli, lo ha scaricato. A sentire l’aria che tirava nell’ambiente politico romano il segretario della Lega aveva maldigerito l’esclusione di Marchini, sondaggi alla mano unico candidato in grado di portare il centrodestra al ballottaggio e forse al Campidoglio. Un dribling inaspettato tra le farraginose dinamiche di coalizione ma soprattutto un cambio di schema di gioco quello delle primarie che, se davvero andassero in porto, dimostrerebbero una non comune capacità di manovra del leader leghista. Certo consultazioni del genere non sarebbero affatto facili da organizzare con il tempo che stringe e l’incognita dell’affluenza, il fattore novità però potrebbe giocare a favore di Salvini che avrebbe messo a segno un colpo da maestro; attenzione però a cantare vittoria quando c’è in gioco Berlusconi, il Cavaliere potrebbe ancora non aver esaurito il conto delle sue vite.