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L’APPELLO ANTIDROGA DI UNA MAMMA CHE COMMUOVE L’ITALIA

E’ una madre disperata e coraggiosa a rivolgersi alla Guardia di Finanza dopo aver tentato di convincere il figlio a smettere di sballarsi con gli spinelli. Ed è una madre coraggiosa e determinata a prendere il microfono in chiesa e lanciare il suo appello nel giorno dei funerali di quel figlio di 16 anni che poche ore prima ha deciso di farla finita buttandosi dalla finestra di casa. Il suo appello contro la droga ha commosso l’Italia. Ve lo proponiamo perché in questi anni la guerra contro la droga sembra essersi fermata. Ed è sempre tutto troppo normale e quando un ragazzo di 16 anni si sballa il cervello ‘solo’ con gli spinelli ma senza usare la cocaina, siamo quasi contenti, perché alla fine tutti fanno tutto. No, è comunque una sconfitta ed è una guerra che abbiamo il dovere di affrontare. Perché come diceva un’antica campagna: ‘non è mai leggera, è droga’.

Ecco l’appello della mamma: “In ognuno di voi sono presenti dei talenti che vi rendono unici e irripetibili e avete il dovere di farli emergere e di svilupparli.

Là fuori c’è qualcuno che invece vuole soffocarli facendovi credere che sia normale fumare una canna, normale farlo fino a sballarsi, normale andare sempre oltre.

Diventate piuttosto i veri protagonisti della vostra vita. E cercate la straordinarietà.

Straordinario è mettere giù il cellulare e parlarvi occhi negli occhi, invece che mandarvi faccine su whatsapp. Straordinario è avere il coraggio di dire a una ragazza ‘sei bella’ invece di nascondersi dietro le domande preconfezionate di ask.

Straordinario è chiedere aiuto proprio quando vi sembra che non ci sia via d’uscita. straordinario è avere il coraggio di di dire ciò che sapete. Per mio figlio è troppo tardi, ma potrebbe non esserlo per molti di voi, fatelo.

A noi genitori invece, il compito di capire che la sfida educativa non si vince da soli, nell’intimità delle nostre famiglie, soprattutto quando questa diventa connivenza per difendere una facciata. Facciamo rete e aiutiamoci tra noi. Non c’è vergogna se non nel silenzio. Uniamoci.

Un pensiero particolare va alla guardia di finanza. Grazie per aver ascoltato l’urlo di disperazione di una madre che non poteva accettare di vedere suo figlio perdersi e ha provato con ogni mezzo a combattere la guerra nella dipendenza prima che fosse troppo tardi. Non c’è colpa né giudizio nell’imponderabile e dall’imponderabile non può che scaturire linfa nuova e ancora più energia per la lotta contro il male. Proseguite”.

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