-di Simone Paris- Nei giorni scorsi il presidente della commissione giudicatrice Stefano Baia Curioni ha annunciato la scelta della città di Palermo quale Capitale italiana della Cultura 2018 in un’apposita conferenza stampa convocata assieme al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini.
 La città siciliana è riuscita ad avere la meglio su altre nove città quali Alghero, Aquileia, Comacchio, Ercolano, Montebelluna, Recanati, Settimo Torinese, Trento e l’Unione dei Comune Elimo Ericini.
La Capitale italiana della cultura è una novità introdotta con il Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83, contenente nuove misure in materia di tutela del patrimonio culturale, sviluppo della cultura e rilancio del turismo.
Nel 2015 il titolo è andato a cinque città (Lecce, Siena, Cagliari, Perugia-Assisi e Ravenna), che erano le città sconfitte nella corsa al titolo di Capitale europea della cultura 2019, andato a Matera. Per la Capitale italiana della cultura 2016 è stata invece scelta Mantova, mentre per il 2017 Pistoia.
Palermo è dunque la terza città ad avere il ruolo di capitale da sola per un anno intero e a ottenere un milione di euro dal Ministero dei Beni Culturali per la realizzazione del suo progetto. 
La città siciliana è stata premiata per la qualità informativa del dossier presentato al Ministero, per la significatività del progetto e per la sostenibilità del progetto stesso; come è stato ribadito in più occasioni, l’assegnazione del titolo di Capitale italiana della cultura è un riconoscimento alla capacità del progetto presentato e non di certo un premio alla città più bella o ricca di storia. 
Palermo è stata premiata per “la qualità informativa del dossier presentato al Ministero, per la significatività del progetto e per la sostenibilità del progetto stesso”.
 Tre anni e mezzo dopo la bocciatura di Palermo dalla selezione per diventare capitale europea della cultura 2019, la città ci ha riprovato e stavolta ci è riuscita. Inoltre è stata proclamata anche capitale italiana dei giovani per il 2017.
 Questo titolo ricevuto da Palermo ha suscitato un grande entusiasmo in città e l’argomento è iniziato a penetrare a pieno nel dibattito politico, anche in virtù delle elezioni comunali che si avranno da qui a pochi mesi. Queste discussioni e questi dibattiti sulla cultura non possono che far bene alla città, che deve ritrovare nuova linfa vitale anche sul piano culturale dopo cinque anni non entusiasmanti di Leoluca Orlando.
Per diventare Capitale italiana della cultura 2018 Palermo ha puntato in primis sulla sua posizione strategica e sulla sua lunga storia, che ne fa da secoli una delle capitali del Mediterraneo.
 Palermo è da sempre una città mosaico, espressione delle diverse culture europee che dialogano con il mondo arabo, un “luogo di interfacce culturali”.
 Nel dossier di Palermo 2018 ( è prevista anche la riorganizzazione funzionale degli spazi culturali secondo il criterio dei “Poli”: sono già stati individuati quattro poli tematici, il Polo Teatrale cittadino (che comprende fra gli altri il Montevergini, il Garibaldi, la Sala De Seta, lo Spasimo), il Polo Espositivo (GAM, Palazzo Ziino, ZAC, Ecomuseo del Mare), il Polo Archivistico-Bibliotecario (Biblioteca Comunale, Archivio Storico) e il Polo Etno-Antropologico (Museo Pitrè, Palazzo Tarallo), con un progetto che si basa su una forte collaborazione fra pubblico e privato, sul rafforzamento della sinergia con l’associazionismo culturale della città e sulla collaborazione tra istituzioni (Comune, Accademia, Conservatorio). 
Tra i tanti luoghi deputati a ospitare eventi e attività di Palermo 2018, i Cantieri culturali della Zisa, il Teatro Massimo, Palazzo Sant’Elia, il Loggiato San Bartolomeo, il Complesso dello Spasimo, Palazzo Branciforte, il Complesso di Sant’Anna alla Misericordia, il Museo civico di Castelbuono.
Il dossier di candidatura di Palermo 2018 prevede anche la realizzazione di una piattaforma telematica “cultura e tempo libero”, con l’obiettivo di realizzare un portale del territorio che comprenda patrimonio artistico, naturalistico, tradizioni, prodotti enogastronomici, strutture ricettive e di ristoro, eventi; di mettere a sistema risorse culturali riguardanti orari e modalità di accesso a teatri, monumenti, strutture sportive, biblioteche; di condividere l’accesso al patrimonio librario dell’intera area metropolitana attraverso la realizzazione di un portale unico di prenotazione e di consultazione; di realizzare un sistema di prenotazione dei servizi turistici, in grado non solo di proporre soluzioni tradizionali (trasporto, vitto, alloggio e itinerario) ma anche di valorizzare i prodotti del territorio diventando un vero e proprio portale di marketing territoriale. 
Sicuramente un bel passo in avanti per Palermo che si metterebbe in pari con tante altre città italiane ed europee che portano già avanti da anni questo metodo di fare turismo e cultura.
L’iniziativa della Capitale Italiana della Cultura rappresenta sicuramente un buon modo di rivoluzionare il quadro culturale di una città per poterla migliorare ed inserirla in un mercato aperto e competitivo su cui poter giocare un ruolo fondamentale.