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ALTRO CHE CROLLO DELLE BORSE: PIAZZA AFFARI BRINDA +4,15%

UNICREDIT VOLA A +13%. CROLLA SOLO IL REGIME DELLA DISINFORMAZIONE SINISTRA

– A cura di Giorgio La Porta – Qualcuno di voi aveva già chiuso le tapparelle per l’imminente arrivo degli sciami di cavallette che sarebbero arrivati dopo la vittoria del no. Per non parlare delle persone che si preparavano ad andare al bancomat a ritirare tutti i propri risparmi per metterli nell’antico materasso di lana della nonna visto l’imminente crollo delle borse.

Qualche pollo ha pure abboccato a questo terrorismo sinistro messo in rete da qualche sostenitore del si e del governo Renzi.

Crolleranno le borse perché non investiranno più in un Paese che non approva le riforme, dicevano i piddioti della rete. Non è un caso se guardando le analisi delle fasce d’età del voto, il sì abbia conquistato solo il consenso delle persone più anziane, dei pensionati che hanno paura per il futuro dei propri figli e che spesso e volentieri mantengono in prima persona i propri figli. Loro erano i più terrorizzati dal crollo delle borse.

I giovani, i laureati e chi accede all’informazione tramite il web non ha abboccato a questi appelli degni di una nota televenditrice di creme dimagranti.

Le borse crescono, anzi brindano con una media di 4 punti in percentuale, con titoli che schizzano del 13%. Tutto accade mentre Renzi sta al Quirinale a discutere la sua uscita dalla scena politica governativa. Dovrebbe esserci il panico per il futuro e invece, proprio come per Trump e per la Brexit le borse crescono.

Questa volta i sondaggi, i sondaggisti e gli analisti politici avevano visto bene la situazione. Io stesso scritti un articolo il 18 novembre, ultimo giorno utile per la diffusione dei sondaggi titolato “il No tra il 54 e il 60%. Il Governo trema, il no punta all’effetto valanga”.

Ne voglio citare solo un pezzetto per dimostrare come stavolta i sondaggisti abbiano capito perfettamente il trend delle opinioni del popolo: 

I sondaggi di oggi fanno paura a Palazzo Chigi e ovunque si guardi nessuno attribuisce la vittoria al si. Da Euromedia che attribuisce al no il 56% fino ad Affaritaliani che ieri parlava addirittura di un 60-40 a favore del no, passando per i sondaggi dell’Huffington che non è propriamente di centrodestra o grillino che attribuiscono al no il 53,5. Anche Piepoli per la Stampa attribuisce al no il 54% e parla di probabile vittoria di questo fronte. Il Fatto quotidiano arriva a dire che l’unica possibilità di vittoria per Renzi sarebbe quella di convincere tutti gli indecisi a suo favore. Probabilità alquanto remota”.

C’è un altro aspetto fondamentale che avevo sottolineato in quell’articolo quasi profetico. Avevo detto che in tutti i sondaggi la parte sottostimata era il fronte del no, visto che i grillini sono restii a rispondere alle interviste. Avevo paragonato la situazione al ballottaggio romano nel quale nessuno, ripeto nessuno, aveva previsto il 67% della Raggi e addirittura qualche simpaticone parlava di pareggio di Giachetti, sbagliando di appena 13 punti.

Anche stavolta Renzi disperato è andato dalla Gruber a fare il siparietto del testa a testa nei sondaggi.

Chi ha perso e ne porterà le ferite per anni è stata l’informazione totalmente piegata e prona nei confronti del Governo. Dai siparietti della Gruber che faceva finta di non sapere il divieto di diffondere i sondaggi e parlava di testa a testa, fino ad arrivare ai tempi sbilanciati a favore del si da parte di tutte le tv che, giustamente temevano le ripercussioni del giorno dopo.

Per questo è fondamentale che l’informazione non sia controllabile e viaggi con i modi e i tempi della rete.

Perché possiate informarvi in prima persona e noi possiamo scrivere senza sottostare ai condizionamenti di un editore che ci dica cosa scrivere e come scriverlo.

Tutto questo ha un prezzo elevatissimo per noi, perché non avere un editore è bellissimo ma si traduce concretamente con il non avere uno stipendio per ciò che scriviamo. Lavorare gratis per essere liberi, è questa la nostra filosofia e il prezzo che paghiamo ogni giorno.

Ognuno fa ciò che può nel proprio contesto. I nostri nonni combattevano una guerra mettendo in discussione la propria vita e morendo da eroi per darci quelle Libertà che qualche prepotente voleva toglierci.

Oggi abbiamo il dovere di difendere quegli stessi valori e se la guerra non si fa con le armi ma con le bombe mediatiche, noi restiamo al fronte a combattere contro un terrore mediatico sinistro che ci vorrebbe far credere che in Italia e nel mondo quando non vince la sinistra si abbattono le peggiori sciagure paranormali.

Il 60% degli italiani non ha creduto a queste balle e ha rispedito al mittente le profezie di sventura. Sfidiamo i mercati, le banche e le cavallette e restiamo liberi di scegliere ciò che vogliamo.

Noi saremo su questa stessa pagina a fare le sentinelle di quell’informazione libera che non si piega agli interessi di nessuno, sia esso un anziano editore di centrodestra o qualche giovane leader del centrosinistra.

In alto i cuori e avanti tutta!

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