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TURCHIA: RENZI VEDE DEMOCRAZIA DOVE C’E’ UN MASSACRO DEGNO DELL’ISIS

turchia locandina

– A cura di Giorgio La Porta – La corsa per commentare lo sventato golpe in Turchia ha portato i leader europei a delle affermazioni frettolose e sommarie che vanno in forte contrasto con le immagini che stanno arrivando in queste ore dai social media di un Paese dove vige la censura. Ribelli torturati sommariamente per le strade, sostenitori del premier scesi in piazza con coltelli, militari giustiziati al grido di Allah è grande. Ricordo che la democrazia fosse altra cosa. O comunque vorrei sapere se il Premier Renzi abbia intenzione di ispirarsi in qualche modo a quel tipo di democrazia, visto che guida un partito che si definisce ‘democratico’. Ci sono le strade sporche di sangue, 200 corpi ancora caldi ed è assurdo che si parli di stabilità e democrazia.

Cosa dire poi di quegli accordi commerciali con l’Iran che impicca i dissidenti politici e religiosi. Non c’è alcun rispetto per la libertà religiosa, per i diritti umani e invece di chiudere ogni dialogo noi apriamo ai commerci e alle relazioni internazionali. Era il 2011 quando le Camere approvavano una risoluzione contro la cristianofobia che impegnava il nostro Paese a non commerciare con quei soggetti che non rispettassero i diritti umani e le libertà religiose. Perché non tutto è in vendita e non possiamo vendere corde a chi impicca i cristiani, i gay o i dissidenti.

Quei valori però, sono stati stravolti e il mercato passa come un carro armato anche sui diritti umani. L’assegno firmato con le mani sporche di sangue, magari di un povero cristiano, è comunque un assegno. Sappiate però, che da oggi ci occuperemo ancora di più di quegli angoli di mondo dove puntualmente vi sono violazioni dei più elementari diritti umani. Lo faremo grazie a quei social network che hanno salvato la Turchia dal golpe. Non ci renderemo mai complici di questo sistema e continueremo a pensare che chi sgozza gli altri non sarà mai democratico. La penseremo sempre in maniera opposta a quel premier non eletto che dà patentini di democrazia agli altri.

Fonte delle immagini: 

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