tmp_29148-foto-degrado-urbano1-113032114-di Andrea Rapisarda- Un polo universitario dovrebbe essere una realtà splendente e vivibile, dove gli studenti e i docenti possono coltivare in tutta tranquillità i loro studi e lavori accademici. Questo non è il caso di molti atenei italiani, tra cui compare anche la realtà di Roma Tre: la “Terza Università Statale di Roma” si ritrova circondata da spazi angusti e degradati, che creano non pochi disagi ai frequentatori abituali di questi spazi.
Particolarmente sentito dagli studenti è il problema legato alla Facoltà d’Ingegneria, che da oltre dieci anni vede sorgersi accanto un accampamento nomade. I sinti invece di vivere nella regolarità e senza recare fastidi alle aree limitrofi, si sono più volte resi più volte protagonisti di reati e violenze. Molti studenti sono stati minacciati con “cocci di bottiglia” dopo avere prelevato soldi allo sportello ATM della struttura accademica, riportando in diverse occasioni anche pesanti percosse da parte di questi delinquenti. Queste stesse persone poi si aggirano incontrastate dentro la Facoltà, rendendosi anche protagoniste di atti vandalici presso i bagni e gli altri macchinari universitari (colpite anche le macchinette dello snack e del caffè). Ma non finisce qui la drammatica situazione, se pensiamo che nella stessa zona sono abituali anche gli scassi e furti d’auto perpetuati da ignoti… insomma non un grande biglietto da visita per Roma Tre e le sue aree disposte su Vasca Navale (ricordiamo come lì ci siano anche le sedi Geologia, Matematica e Fisica).
Non bisogna dimenticare come l’Ateneo paghi anche la cattiva amministrazione di viale Marconi, che da via commerciale durante le ore del giorno vede nella notte una totale e oscura trasformazione. Dopo le 22 la via si popola di prostitute e loschi giri, che degradano gli spazi intorno le Facoltà (basta vedere l’esterno del parcheggio su via di Valco di San Paolo, riempito di preservativi buttati a terra ogni notte) e intimoriscono i residenti della zona (tra cui molti studenti affittuari che hanno una stanza lì). Nonostante la presenza di Polizia nel quadrante, i fenomeni legati alla criminalità tendono a non diminuire: ecco perché sarebbe necessario un aumento delle forze di vigilanza in quel punto. Se la giustizia è riuscita a limitare i fenomeni dei “mercatini rom” sullo stesso viale, servono ancora tanti sforzi per riportare legalità e tranquillità verso quei cittadini che vivono la zona.
Non fa eccezione neanche la stazione metro di Marconi, totalmente in balia del degrado da tantissimi anni. Il sottopassaggio che collega a via Ostiense e il parcheggio sottostante sono da considerarsi delle latrine a cielo aperto, dove gli sbandati in tutte le ore del giorno lasciano i propri bisogni fisiologici. Tale situazione di disordine è favorita da alcune carenze della struttura ferroviaria, che manca d’illuminazione e videocamere di sorveglianza nelle aree esterne. Soprattutto nelle prime ore di buio questi punti diventano pericolosi, soprattutto per quegli studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia che tornano a casa tra le 18 e le 20 nel periodo invernale: diverse testimonianze dirette rimportano come ci siano stati casi di tentato stupro verso delle studentesse, sventato solo dalla scaltrezza di queste ragazze. Vanno aggiunti – anche in questo caso – gli atti vandalici perpetrati da ignoti verso le auto parcheggiate, visto che molte persone si sono ritrovati con danni alle proprie autovetture (vetri rotti, serrature forzate e addirittura una macchina data alle fiamme).
Nonostante Roma Tre abbia aumentato il proprio sistema di sicurezza dentro le strutture, ancora si può fare tanto per apportare delle migliorie e rendere più vivibili quegli spazi. Chi deve garantire la propria presenza sul territorio sono invece le istituzioni territoriali (municipali e comunali), che però in questo caso sono totalmente assenti. Serve ripristinare il decoro degli spazi lungo viale Marconi e ristabilire la legalità nelle ore diurne, visto che molti cittadini spesso sono blindati in casa la sera per i pericoli che possono incorrere con malintenzionati. La politica deve tornare a vivere i territori e a risolvere i loro problemi, senza ripresentarsi solamente in occasione delle elezioni e sparire per tutto il corso del mandato istituzionale.