A cura di Sergio Saraceni – In un futuro vicino l’Europa occidentale è lacerata da nemici interni e dalla minaccia di un’imminente invasione militare da parte di potenze medio-orientali, da Roma pochi uomini valorosi organizzano una strenua difesa contro le soverchianti forze nemiche armati solo di spirito e volontà. In loro aiuto verranno i popoli ancora liberi dell’Europa orientale in virtù delle comune radici europee. Il quadro per così dire “geopolitico” in cui è ambientato il libro è sorprendentemente analogo a quel periodo storico raccontato nei cicli epici carolingi che ispireranno Ariosto a comporre l’Orlando Furioso, ecco perché Italico Amor ricalca persino nella struttura, sette canti in ottave, il poema rinascimentale di cui si è da poco celebrato l’anniversario per il 500esimo anno dalla pubblicazione. L’autore inserisce nel testo importanti riferimenti a figure che richiamano da vicino il simbolismo medievale (rosa, cavaliere, dama, sangue) ed in tutta l’opera si scorge lo sforzo di descrivere una tradizione perenne romana e occidentale che, partendo da un oscuro futuro prossimo, percorre a ritroso i secoli della millenaria civiltà latina fino a congiungere “l’ultimo Pio con l’avo troiano”. E’ questa la forza misteriosa che sembra trasparire dagli eroi molto spirituali e riflessivi di Italico Amor, da una parte le forze telluriche e materialiste dei nemici interni (poteri economici occulti e clero corrotto) ed esterni (invasori saraceni), dall’altra lo scudo della “romanitas” come ultimo bastione di civiltà a difesa delle anime genuinamente romane rimaste a vivere in Italia. L’attenzione non è mai rivolta al solo mantenimento materiale del territorio ma anzitutto all’integrità spirituale degli ultimi “civis” romani. A sua volta la trama, rimanendo fedele alla tecnica medievale dell’entrelacement, è arricchita da molteplici fili narrativi tra cui spiccano le vicende di personaggi squisitamente “carolingi” come Astolfo e l’Ippogrifo e incursioni nell’epica slava del ciclo di Kiev: Svjatogor e Vladimir. A completare il libro sono quattro corone di sonetti che si ricollegano alla prima parte dell’opera, suddivise a loro volta secondo lo schema della tripartizione sociale indoeuropea, ad ogni corona viene assegnato un colore specifico: verde, bianco e rosso, l’ultima di color porpora imperiale, è un chiaro richiamo all’eredità ghibellina medievale. Nel complesso Italico Amor di Guido Santulli, (pubblicato nel 2016 per IlTorcoliere) è un libro che spinge ad una riconquista spirituale di quei valori, ormai dimenticati, su cui è stata fondata la nostra civiltà, per questo è consigliato soprattutto agli appassionati della letteratura epica, dell’universo tradizionale e agli italiani che vogliono riscoprire le proprie radici.