Parla Mirabelli, Presidente Emerito della Corte Costituzionale: “C’è il rischio di inammissibilità”
Il presidente emerito della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli, in un’intervista con Adnkronos, ha espresso preoccupazioni riguardo al rischio di inammissibilità del referendum sulla cittadinanza, il cui obiettivo è ridurre a 5 anni il periodo di residenza legale necessario per ottenere la cittadinanza italiana. Mirabelli spiega che, poiché il sistema italiano prevede solo referendum abrogativi, il quesito referendario, che elimina alcune parti di norme esistenti, potrebbe essere considerato “propositivo”, il che lo renderebbe inammissibile.
Secondo Mirabelli, un referendum che “ritaglia” alcune parole o sezioni di una norma, come in questo caso, rischia di non abrogare semplicemente una disposizione, ma di introdurre una nuova regola. Se, ad esempio, si modifica una frase togliendo la negazione da “NON DEVE”, si crea di fatto una nuova norma. Questo meccanismo, evidenzia Mirabelli, potrebbe rendere il referendum in questione non ammissibile.
Analizzando più nel dettaglio il quesito referendario, Mirabelli nota che c’è un rischio concreto di interpretazione propositiva. Il referendum mira infatti ad abrogare la norma che stabilisce un periodo di residenza legale di 10 anni per ottenere la cittadinanza (lettera f), e a modificare quella che prevede 5 anni per gli adottati da cittadini italiani (lettera b), eliminando la parte relativa all’adozione ed estendendo i 5 anni a tutti. Questo approccio, secondo il presidente emerito, potrebbe essere interpretato come una nuova disciplina, piuttosto che una semplice abrogazione.
Riguardo alla raccolta delle firme, Mirabelli riconosce l’efficacia dell’organizzazione che, grazie alla normativa del 2022 che consente la raccolta online, ha permesso di ottenere le firme necessarie in tempi rapidi. Tuttavia, solleva la questione della verifica della correttezza delle firme raccolte in modalità digitale. Sebbene questa modalità riduca i costi e rappresenti un’opportunità positiva, Mirabelli avverte che, se dovesse portare a un uso eccessivo, potrebbe essere necessario rivedere il numero di firme richieste per proporre un referendum.