Col 48,8% dei voti di lista contro il 42,6% il centrodestra perde in Sardegna per colpa dei voti disgiunti. La partita è rimandata alle europee, dove non ci sono i voti disgiunti.

A cura di Giorgio La Porta – Il centrodestra ha perso in Sardegna, anzi abbiamo perso in Sardegna. Auguri di buon lavoro alla Neo Presidentessa Todde.

2615 voti di scarto a favore della candidata del Movimento 5 stelle e centrosinistra lasciano l’amaro in bocca. Anche perché la maggioranza degli elettori, per la precisione il 48,8% degli elettori ha messo la croce sui partiti di centrodestra, contro il 42,6% che l’ha messa sui partiti vincitori. Una espressione chiarissima e netta del dove si stia e su quale partito si voglia votare.

L’istante dopo però avviene il dramma, perché qualche migliaio di elettori che ha appena votato per il centrodestra decide di fare il voto disgiunto e scegliere un altro candidato presidente. Perché quello che c’è non ci piace, perché quello che avremmo voluto non c’è, perché non mi è piaciuta la chiusura della campagna elettorale, perché non mi è piaciuto come ha governato il centrodestra in Sardegna fino a oggi, perché Truzzu non mi piace, perché Soru mi piace di più. Non lo sapremo mai, ormai è storia. La frittata è fatta e il centrodestra perde la prima competizione regionale da quando è al Governo, pur ottenendo una maggioranza quasi assoluta dei consensi proporzionali.

Anzi, per assurdo cresce rispetto al voto delle politiche. La Sardegna non è mai stata un grande bacino elettorale del centrodestra, visto che alle politiche del 2018 era completamente gialla e alle ultime politiche del 22 i rapporti di forza erano 49% per il campo largo contro il 41 del centrodestra. Voti che sono perfettamente ribaltati e che anzi, nella quota proporzionale crescono.

Ecco, nella tragedia la vera buona notizia è che tanto alle europee di giugno quanto alle politiche quel voto disgiunto non si potrà fare e così anche gli sgambetti interni e i dispetti da asilo Mariuccia saranno evitati. Se tra due mesi verranno confermati gli stessi dati di ieri con un 48.8 per i partiti di centrodestra e un 42,6 per quelli del centrosinistra sarà una clamorosa vittoria in questa regione.

No, il vento non è cambiato e non sono 2615 voti a fermare un Governo che ha vinto con 12 milioni di voti. Massimo rispetto per i 331 mila elettori della Todde, ma abbiate anche rispetto dei 12 milioni che hanno scelto la Meloni.

Stavolta casualmente i grillini e i soloni dello sminuire le vittorie altrui non fanno l’analisi dell’astensionismo e nessuno parla del 48% dei sardi rimasti a casa. Quelli diventano importanti solo quando vincono gli altri. Sta in silenzio anche la Serracchiani che casualmente non ha commentato che la Todde non rappresenta la maggioranza dei sardi, ma anche quello vale solo quando perde il Pd.

Altra notizia buona se non addirittura buonissima: è la prima vittoria di Elly Schlein e allungandosi la sua segreteria si allunga anche la primavera del centrodestra. Se i colonnelli coltelli affilavano già le punte per farle lo scalpo all’indomani delle europee e rifarsi della rimonta delle primarie, questa volta le loro armi saranno spuntate. Elly va forte, anzi fortissima e questo non può farci che un enorme piacere. Lunga vita a Elly Schlein!

 

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