A cura di Federico Rana – Il 9 novembre 2016 Donald Trump è stato eletto 45° presidente degli Stati Uniti, sbaragliando, con gran sorpresa di tutti (sondaggisti in primis) l’avversaria Hillary Clinton. I sostenitori della candidata democratica però, non hanno mancato di far sentire al tycoon e al mondo intero il proprio disappunto per un risultato definito da molti, tra cittadini e vip, ingiusto.

Molte celebrities infatti, tra icone della musica e star di Hollywood, sono state a fianco dell’ex first lady nella sua altalenante campagna elettorale, e hanno digerito male quanto lei (se non di più) la sconfitta. E così Katy Perry, Beyoncè (che 4 anni fa cantò l’inno nazionale al 2° insediamento di Obama) e Bruce Springsteen saranno in prima fila, ma tra i cortei di protesta. Non canteranno per Trump nè Elton John, pronto a smentire le indiscrezioni, né Andrea Bocelli, in un primo momento dubbioso, poi fermamente deciso nel rifiutare anche, sembrerebbe, per delle polemiche con i suoi fans.

L’unica cantante di una certa fama ingaggiata da Trump è Jackie Evancho, sedicenne, famosa per aver partecipato America’s Got Talent. Diserteranno la cerimonia anche Bruno Mars e Justin Timberlake, artisti storicamente rimasti fuori dalle diatribe politiche, e perfino Kanye West, che si era mostrato simpatizzante di Trump.

Ha fatto scalpore, tra gli altri, il rifiuto del Volo. “Abbiamo rifiutato di cantare alla cerimonia di insediamento di Donald Trump perché non siamo mai stati d’accordo con le sue idee”, così i tre tenori italiani hanno declinato l’invito del tycoon newyorkese, aprendo un dibattito che ha avuto risonanza tanto in Italia quanto a livello internazionale. Perché quello del Volo non è il primo (e forse nemmeno l’ultimo) caso in cui personaggi dello spettacolo si scontrano con il populismo e gli atteggiamenti xenofobi e razzisti mostrati, a detta loro, dal nuovo presidente, andando, in qualche modo, contro i propri interessi e la propria carriera.

Se torniamo indietro di qualche mese, hanno fatto scalpore le parole di De Niro “Donald Trump is a pig”, per le quali non è necessaria neanche la traduzione.

Più vicina nel tempo è stata l’uscita di Maryl Streep, che in occasione degli ultimi Golden Globe ha attaccato duramente il tycoon, la cui risposta non si è fatta attendere, tramite un immancabile tweet. Sempre al suo account Twitter Trump affida la reazione a tutti i rifiuti delle star ‘di serie A’, chiudendo la questione con poche parole, semplici ma esaustive: I WANT THE PEOPLE. ‘Io voglio la gente’, quella che l’ha eletto, quella che come lui vuole un’America grande di nuovo. Il suo gradimento è però basso: appena il 44%, minimo storico per un presidente neoeletto. Tutto e tutti sembrano essere contro Donald Trump. Anche due mesi fa era così, eppure oggi siamo qui non per i sondaggi o per capire quanti voti sposterà Madonna, ma per raccontare l’elezione di Mr. Donald.