parisi centrodestra sondaggi– A Cura di Giovanni Russo – Stefano Parisi accende ufficialmente i motori. Dopo l’investitura ufficiale di Silvio Berlusconi per la “riorganizzazione” di Forza Italia e la stesura di un progetto per ricreare un’area politica moderata, l’ex candidato sindaco di Milano ha messo i primi punti fermi per la sua scalata al centrodestra. I dettagli sono in una mail inviata ai suoi collaboratori con la quale Parisi fissa le date e il luogo per la convention annunciata per settembre nella quale si proverà a stilare una base programmatica per la futura creatura politica: “Si parla tanto della leadership – scrive Parisi – quando il primo problema sono i contenuti: io ho dato la mia disponibilità a contribuire alla costruzione di un programma liberal popolare concreto e vincente, la cui definizione e condivisione è preliminare a qualsiasi altro discorso. Con alcuni amici stiamo lavorando in queste settimane per organizzare un grande evento a Milano in cui discutere di idee e mettere a fuoco le nostre proposte. Ci ritroveremo tutti per far sì che da Milano parta una rigenerazione del centrodestra prima e del Paese poi”. Educazione, immigrazione, tasse, lotta alla burocrazia, legalità, questi sono i temi che il centrodestra rinnovato di Parisi dovrà far propri. Volendo analizzare i dati, quelli che a noi “malati” di politica ci mandano in estasi, e non solo le belle parole annunciate dall’ ex AD di Fastweb, sembrerebbe ad oggi, che Stefano Parisi sia l’unico in grado di ricompattare il centrodestra, portandolo al 32%, sopra il 28% dei Cinque Stelle, e al pari del Partito Democratico, facendo quindi di se stesso, lo sfidante naturale di Matteo Renzi al ballottaggio previsto dall’attuale legge elettorale. Secondo noi, anche se forse non tutti se ne sono ancora accorti, quella notte milanese in cui, esordendo con un sorriso esclamo: “Guardate che abbiamo perso… forse non vi siete accorti!”, non era stato eletto il sindaco di Milano, ma era nato un leader, un nuovo protagonista della politica nazionale, carismaticamente aggregante, ma soprattutto capace, e quindi sicuramente in grado di dare del filo da torcere e Renzi e ai suoi. Dal basso della nostra umile ma verace esperienza di militanza politica però, riteniamo che tutto ciò non basti, poiché quello di Stefano Parisi, così come presentato, rischia di essere l’ennesimo e fallimentare passaggio di incarico affidato da Berlusconi, una nomina quindi e non un passaggio dal voto di un’assemblea, di un congresso, di primarie, sarebbe ancora una volta il capo che decide e quindi la sua leadership nascerebbe nel modo più sbagliato. Quanto mai opportuno è, e sarà quindi, la capacità di Stefano Parisi di individuare ma soprattutto saper trasmettere, e secondo noi ci riuscirà, il suo progetto politico, la sua idea di Italia dei prossimi anni, la “mission” commercialmente parlando, pianificare il futuro in uno scenario politico in cui il PD e il M5S, sia che piaccia sia che non piaccia, hanno una visione precisa, diversa da quella tradizionale, e in un contesto storico che vedrà, forse, il nostro Paese basato su un monocameralismo, in cui il Premier è più forte e il governo assume una maggiore responsabilità nei processi europei. L’unica cosa certa è che il centrodestra non sta in piedi in qualsiasi formulazione attuale, proprio perché nelle sue varianti più fantasiose altro non è che una ripetizione all’infinito dello schema del 94’, ne è prova l’attuale “conduzione” di Forza Italia. Gli scenari politici sono profondamente cambiati, ma Berlusconi guarda ancora al passato. Stefano Parisi? Speriamo di no!