Il candidato di destra di origine italiana vince il ballottaggio e chiude l’era di Lula e del centrosinistra diventando il 42° presidente del paese più grande del Sudamerica. Salvini esulta e chiede immediatamente il rimpatrio del terrorista Cesare Battisti.

Festa grande nelle strade di Rio. Il popolo sovrano brasiliano si è espresso e ha chiuso definitivamente l’era di Lula e del partito dei Lavoratori che ha creato non pochi problemi a questo grande paese sudamericano.

Jair Bolsonaro ha vinto e stracciato con il 55,2% dei consensi il candidato di sinistra e si apre un fronte nuovo per la politica brasiliana che vede nella vicina Argentina di Macrì, negli Stati Uniti di Trump, fino ad arrivare all’Europa di Salvini e Orban degli alleati di un fronte sovranista internazionale.

Non solo l’Europa cambia, ma le richieste di una popolazione stanca di politiche assenzialiste di carattere socialista ha effetti anche dall’altro capo del mondo.

Le reazioni italiane sono da subito evidenti. La sinistra urla al fascismo anche in questo caso, perché quando qualcuno che non sia vicino al pd vince, automaticamente parte la preoccupazione per l’imminente ritorno del duce.

Nell’area governativa è invece Salvini ad esultare per la vittoria di Bolsonaro. E’ stato l’unico a metterci la faccia dal primo momento tanto da scambiarsi dei messaggi pubblici su twitter con il neo presidente. E’ il primo ad esultare per la vittoria e vede nella vittoria della destra brasiliana l’occasione di poter fare giustizia e chiudere la brutta pagina di storia del terrorista rosso Cesare Battisti tanto amato dall’ex presidente Lula che si è sempre rifiutato di rispedirlo al mittente.

Ci sarebbe da domandarsi come mai anche di fronte a questa protezione sinistra, il Pd abbia sempre fatto il tifo per Lula, ma ormai la questione ci riguarda poco, anche perché Lula e il Pd hanno un destino pressoché uguale: restare all’opposizione.

Mai come oggi buon lavoro Presidente Bolsonaro!