Popolari primo partito della Spagna, ma a entrambe le coalizioni mancano voti per formare un Governo stabile. E qualcuno già parla di ritorno alle urne.

A cura di Giorgio La Porta – Vittoria amara per il Partido Popular di centrodestra che dopo 7 anni torna a essere la prima forza politica della Spagna col 33%, conquistando ben 49 seggi in più rispetto al 2019. Solo due seggi in più e il 31,7% per i socialisti di Pedro Sanchez che nonostante non abbia vinto le elezioni è in piazza trionfante sulle note di Raffaella Carrà.

Ora viene il momento più difficile: quello di cercare i possibili alleati per formare un Governo, ma i numeri sono strettissimi e rendono per entrambi la strada in salita.

Il problema è che tanto il possibile alleato dei Popolari, Vox il partito conservatore di destra ha perso 3 punti in percentuale che però gli sono costati ben 19 seggi, mentre sul fronte opposto il principale partito alleato di Sanchez ha perso 4 seggi rispetto al vecchio alleato Podemos. Al momento servono 176 voti per ottenere la maggioranza assoluta del Congresso e la sinistra ne ha 172 contro i 170 del centrodestra.

Il centrodestra controlla però con una stragrande maggioranza il Senato e ha vinto in 42 circoscrizioni su 50, tanto che il leader popolare Feijòo arroga a sè il diritto di provare a ottenere un mandato esplorativo per formare un governo. Sarebbe la prima volta che tale mandato viene dato al leader del secondo partito.

In Italia l’occasione è ghiotta per attaccare il Governo Meloni e dire che dalla Spagna viene una batosta ai sovranisti di Vox (che in realtà hanno perso circa 3 punti).

E’ alla sinistra che dovrebbe arrivare però un messaggio chiaro, anzi chiarissimo. Perché in Spagna si vota dopo che i socialisti hanno perso le elezioni regionali e si sono dimessi il giorno dopo dal Governo nazionale a seguito della grave sconfitta.

Cosa che in Italia non è mai avvenuta perché le amministrative e le regionali sono solo elezioni amministrative e guai a lasciare Palazzo Chigi anche se il centrodestra conquista tutte le regioni italiane. Da noi si guardano i sondaggi e se gli avversari, per non dire i nemici sono in vantaggio, bisogna fare di tutto per evitare il voto. Se poi a seguito di quel voto si decide anche il futuro inquilino del Colle, allora il fine giustifica i mezzi e bisogna evitare le urne come fossero la peste. A condizione di formare un Governo di corsa paventando una pericolosa pandemia che permette a tutta Europa di votare, ma che in Italia permette di votare solo per regionali e amministrative, ma non per le politiche.

La sinistra impari dalla Spagna. Intanto a governare il Paese vincendo le elezioni, ma anche a dimettersi di fronte a un segnale chiaro del popolo sovrano alle elezioni intermedie.