Luca Savio è morto in una cava per pochi euro e un contratto di sei giorni. Ma in questo caso la sinistra non indossa nessuna maglietta.

A cura di Andrea Rapisarda – Scuote indubbiamente le coscienze quello che è accaduto a Luca Savio, che si rivela l’ennesimo caso di “morte bianca” all’interno del mondo lavorativo italiano. Mettono i brividi non solo le dinamiche dell’accaduto, ma soprattutto le postille di molti contratti lavorativi proposti da alcuni datori di lavoro in questo Paese: Savio era stato messo a contratto per sei giorni in una cava di marmo del carrarese, per un compenso complessivo che arrivava a malapena a 200 euro.

L’ennesima dimostrazione di come alcuni principali lavorativi continuano a calpestare la dignità e i diritti del lavoratore, proponendo paghe da fame, mancanza di sicurezze per i propri operai e soprattutto sfruttando queste persone nelle condizioni più estreme.

La morte di Luca Savio è la rappresentazione emblematica di questo sistema anacronistico e ingiusto, specialmente quando nel 2018 si muore ancora per la caduta di un blocco marmoreo all’interno delle cave. Non parliamo di casi isolati, ma di fatalità figlie della totale mancanza di sicurezza in questi siti lavorativi: condizioni di stenti che vedono “tirare e poi rompere una corda fragile” in fatto di sicurezza del lavoratore, specie quando in alcuni siti di lavoro i parametri sul job security sono ancora quelli del Dopoguerra (nonostante ci troviamo nel XXI secolo).

Vi è poi una questione politica e sindacale della questione, in un contesto storico dove lo Stato ancora latita nel controllo di alcuni centri lavorativi o addirittura dei cantierati. Realtà professionali dove capita ancora oggi di far lavorare persone di fortuna e non specializzate per determinati ruoli, con le drammatiche conseguenze che spesso nascono da queste scelte.

Come suggerito dalla “Confintesa Toscana”, l’attuale ministro Di Maio deve studiare attentamente le criticità del mondo professionale pervenute con il caso di Luca Savio: “Apprendiamo con sgomento dell’ennesima morte di un lavoratore a Carrara. Noi siamo vicinissimi alla famiglia ed ai colleghi di questo lavoratore e chiediamo al ministro Luigi Di Maio di rivedere le regole sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, anche attraverso un’implementazione dei controlli da parte degli ispettori del lavoro”.

Un suggerimento colto subito dalla parte pentastellata, che ha così commentato quest’immane tragedia: “Esprimiamo il nostro profondo cordoglio per la tragica morte dell’operaio schiacciato da una lastra di marmo. Ci stringiamo nel dolore ai familiari ed ai colleghi della vittima. Occorrerà fare piena chiarezza sulle cause dell’incidente fatale e rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza in questi luoghi di lavoro particolarmente a rischio. È intollerabile che si continui a morire sul posto di lavoro. Occorre l’impegno di tutte le Istituzioni e di ogni schieramento politico per porre fine a questo tragico bollettino di guerra”.

Fanno riflettere le varie iniziative del centrosinistra per quest’evento nefasto, che si limitano a brevi comunicati stampa di qualche parlamentare del Partito Democratico o addirittura l’organizzazione – sotto il simbolo di qualche sindacato vicino ideologicamente – della sospensione del lavoro in qualche cava nei dintorni di Carrara. Per carità un gesto simbolico forte, ma nulla in confronto alle molteplici iniziative di “sensibilizzazione sociale attraverso i social network” fatte dalla sinistra come in occasione delle “magliette rosse” per i diritti dei migranti: se per la figura del migrante si erano spesi – e avevano messo soprattutto la faccia – fior d’intellettuali vicini al centrosinistra, nessuna parola è stata pronunciata – anche da volti come Roberto Saviano o Susanna Camusso – sulla tragedia di Luca. Nonostante Savio lasci a casa un figlio piccolo e una moglie senza lavoro, nuovamente riemerge quella stomachevole “doppia moralità” di sinistra: quando non ci guadagnano o lucrano su una tragedia, puntualmente spariscono con il loro operato politico.

Ammirevole invece l’iniziativa di Nazione Futura per ricordare come la tragedia di Luca Savio non debba più ripetersi, che ha organizzato la campagna social “una maglietta bianca contro le morti sul lavoro” e rilancia l’idea di un centrodestra da sempre vicino ai problemi dei lavoratori.