A cura di Giorgio La Porta – Il centrodestra ha il vento in poppa da qualche mese, soprattutto da quando le elezioni amministrative hanno certificato il declino del centrosinistra italiano. Tutti i sondaggi erano concordi nell’attribuire alla vigilia del voto in Sicilia un 34-35% alla coalizione di centrodestra che superava di ben 6 punti il Movimento 5 stelle e di 7 punti il Pd di Renzi.

I nuovi sondaggi, all’indomani del tripudio siciliano che ha consegnato la maggioranza assoluta in Consiglio Regionale alla coalizione guidata da Nello Musumeci, sono ancora più entusiasmanti e possono creare un effetto trascinamento a sostegno della coalizione di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi.

In una sola settimana per Index Research per La7 il centrodestra cresce fino ad arrivare a quota 36,4% vero record storico dal 2013 ad oggi. A vedere da vicino la soglia morale del 40% è invece Euromedia che attribuisce al centrodestra unito la cifra esorbitante del 38,7% che confrontato con il 28,3% del M5S e del 27,3 del PD rende bene l’idea delle differenze delle coalizioni oggi.

Bisogna fare molto attenzione al sistema elettorale, perché con il maggioritario vince chi ha un solo voto in più degli altri e se per assurdo fosse presente ovunque lo schema 38-28-27 il centrodestra vincerebbe non il 38% dei seggi uninominali ma il 100%.

Ricordo sempre l’esempio di Roma, quando al primo turno con il 36% il Movimento 5 stelle si impose come prima forza in 15 municipi su 15 e se fossero state elezioni di collegio li avrebbe conquistati tutti senza lasciare nulla agli avversari.

Un centrodestra che non si sbaglierebbe a definire destracentro a trazione sovranista con Meloni e Salvini che insieme superano abbondantemente quota 20% e che sono pertanto gli azionisti di maggioranza della coalizione.

Il sondaggio della Ghisleri ci dà però una importantissima novità dalla quale dipenderà il successo o l’insuccesso della prossima tornata per le politiche. C’è un partito del 3,5% che può fare la differenza ed è l’insieme dei partitini definiti semplicemente ‘altri di centrodestra’ che mai come oggi è forte e presente e sui singoli collegi elettorali può essere decisivo.

Dal movimento di Stefano Parisi fino a Raffaele Fitto, dagli animalisti della Brambilla ai tanti partiti di carattere regionale, questo contenitore potrebbe essere il quarto soggetto del centrodestra e fare la differenza alle prossime elezioni. Bisognerà capire chi ci sarà dentro e se sarà qualcosa di serio o sarà l’ennesimo contenitore per salvare chi è stato 4 anni a servizio di Renzi e ora non sa dove ricandidarsi. A sentire Parisi e Fitto le posizioni sono abbastanza chiare e non ci dovrebbe essere il rischio di salvare gli inciucisti.

Il 40% non è solo una soglia morale da raggiungere ma è anche un obiettivo possibile alla portata della coalizione.

Bisogna tener presente che c’è una buona fetta di elettorato che è ancora indeciso e che in Italia c’è un partito inesistente molto forte che vale circa il 7% e che è disposto a spostarsi di volta in volta in base a chi viene percepito come vincente.

Una buona campagna elettorale, un programma chiaro e la possibilità di essere percepiti come vincenti possono essere le chiavi per aggiudicarsi questo pacchetto di voti non indifferenti che farebbe davvero la differenza portando il centrodestra fino al 45%. Se tali voti andassero altresì alle altre due coalizioni, comunque non farebbero la differenza; ma agli italiani piace sempre votare per chi vince ed è per questo che senza inciampare su errori banali l’obiettivo è assolutamente alla portata di mano.