locandina de gasperi– A cura di Giorgio La Porta – 7 di mattina, accendo il pc, il tempo di un caffè per capire chi sono e dove sto. Guardo il calendario e vedo 18 aprile. In meno di tre secondi la mia mente vola a quel 18 aprile 1948, il giorno della scelta di campo che cambiò definitivamente la storia del nostro Paese. Il giorno delle forze democratiche guidate da De Gasperi che lottarono fino all’ultimo voto contro il fronte popolare dei socialisti e comunisti. Avevano un logo modernissimo che raffigurava Garibaldi, ma se avessi girato la scheda avresti visto l’immagine di Marx. Un logo un programma. Ricordo mia nonna che mi raccontò che quelle elezioni furono partecipatissime e lei per la prima volta potè votare e sostenere Alcide De Gasperi.

Fu lui il protagonista indiscusso di quell’epoca. In lista anche un giovanissimo Giulio Andreotti.

Nella mia testa appaiono magicamente immagini in bianco e nero di folle in piazza, di strade piene di manifesti e volantini, di comizi partecipatissimi. Sorrido pensando ai comizi di Totò nel film ‘gli onorevoli’ e penso che quella voglia della gente di scrivere la storia fosse una priorità assoluta.

Si usciva dalla dittatura e a pochi chilometri da noi un regime comunista spietato minacciava l’Europa. Ogni voto era determinante per fermare quell’invasione. Nessuno rinunciava a votare dopo 20 anni di fascismo, quando le ferite delle foibe e dei massacri erano ancora sanguinanti.

Vinse così Alcide De Gasperi, un grande premier democristiano capace di dire no al Papa e alla Chiesa. Fu uno statista che insegnò a tutti cosa fosse la laicità dello Stato. Essere cattolici non doveva voler dire essere bigotti, ma ragionare da uomini delle istituzioni con dei valori precisi, ma pur sempre amministratori di tutta la collettività, cristiana e non.

Ricordo la vicenda delle elezioni delle elezioni romane del 1952 con Papa Pio XII. De Gasperi sarebbe stato disponibile ad obbedire al Pontefice dimettendosi da capo del partito cattolico, nella veste di responsabile politico, però, non fu disposto a piegarsi alle direttive politiche del Vaticano. Dal momento della sconfitta dell’ipotesi del listone di destra per Roma, Pio XII rifiutò al presidente del Consiglio qualsiasi udienza in Vaticano. Di fronte a questa presa di posizione il leader della Dc disse testuali parole che rappresentano ancora oggi una grande testimonianza del valore della laicità: “Come cristiano accetto l’umiliazione benché non sappia come giustificarla; come presidente del Consiglio italiano e ministro degli Esteri, la dignità e l’autorità che rappresento e dalla quale non mi posso spogliare anche nei rapporti privati, m’impone di esprimere lo stupore…”. Tutto ciò per spiegare come con coraggio, anche nella storia ci siano stati esempi di forti contrasti nei rapporti tra Stato e Chiesa e come questi abbiano dato un forte contributo nell’evolversi del nostro sistema politico.

Ore 7.30 leggo i miei quotidiani on line. Renzi, mai eletto premier è trionfante perché il 70% degli italiani non si è recato a votare, ha appena scritto sulla Santa Costituzione che per eleggere il Capo dello Stato se ci sono solo 5 deputati in aula e in tre votano per una persona, quella votazione è valida e quella persona votata è il nuovo Capo dello Stato. E’ la posizione diametralmente opposta all’elezione diretta del Presidente da parte del Popolo sovrano. Ma evidentemente vede con fastidio le elezioni, le preferenze, il consenso degli elettori.

Sul lato opposto Berlusconi che una volta voleva essere il nuovo De Gasperi e celebrava il primo congresso di Forza Italia proprio nel giorno del cinquantenario della vittoria della scelta di campo è totalmente in silenzio…

Unica speranza per questo Paese resta il buon Papa Francesco.

Ho parlato troppo presto. Scorro qualche colonna del mio quotidiano web e leggo che Papa Francesco si è portato in Italia delle persone senza documenti sul suo aereo. Ma non li ha portati in Vaticano, ma a Roma dove i romani vanno a rovistare nei cassonetti per mangiare e se provano ad entrare nelle mura vaticane vengono fermati dalle guardie svizzere armate.

Chissà cosa farebbe Alcide De Gasperi con Papa Francesco, chissà se il Vaticano fosse in Germania o negli Usa se Obama o la Merkel permetterebbero tutto ciò.

Ma alla fine mi vien da pensare che siamo l’italietta da invadere, dove un abusivo mai eletto da nessuno possa governare e riscrivere la Costituzione, dove un Papa si mette a fare una cosa che qualsiasi italiano pagherebbe con un processo e il carcere e dove chiunque alzi la voce e faccia il prepontente abbia la meglio.

Ma in fondo ci sta bene così e non facciamo nulla per cambiare. Ciaone a tutti gli astenuti.