A cura di Giorgio La Porta – Ve lo ricordate quel bravo ragazzo di Fidel Castro che voleva tanto bene agli oppositori politici, dava diritti e libertà a tutti e sparava petali di fiori sui dissidenti politici? Lui sì che riusciva a tirar fuori il sorriso raggiante del tanto amato Papa Francesco. Per non parlare poi di Maduro. E’ un mese che la tv parla delle proteste in Venezuela, di un popolo alla fame portata in piazza dalla disperazione di un dittatore che tenta invano di riportare l’ordine con metodi repressivi degni del generale Bava Beccaris. Che dire poi della situazione argentina che il Papa argentino dovrebbe conoscere bene, dove una folla è scesa in piazza per giorni per chiedere giustizia per Nisman, un magistrato che indagava sul presidente del Consiglio e che, guarda caso, fu trovato morto suicida. Ovviamente il Papa non fa mancare nel suo album una foto con la leader Cristina Kirchner che gli argentini hanno appena mandato a casa con una valanga di dissenso e che ora è sotto processo. Per non parlare poi dell’Egitto, il paese dove Giulio Regeni si è ammalato di raffreddore ed è sparito nel nulla. Eppure non si sono visti bronci e musi lunghi nei confronti dei leader di questi paesi che non si fanno troppi problemi ad incarcerare i giornalisti, i liberi pensatori di fronte al cenno del più piccolo dissenso.

Il Papa dispensa sorrisi a tutti, compresi gli abusivi di casa nostra.

Poi, quando però arriva il presidente degli Stati Uniti, eletto a dicembre grazie al voto di milioni di cittadini liberi e che governa da meno di 6 mesi, ecco che quel viso diventa grigio e severo.

Stavolta quel broncio ha superato ogni limite ed è diventato sgradevole per chi crede nei valori della democrazia a prescindere da chi vinca le elezioni. So che parlare di democrazia a chi vive in una delle poche teocrazie della terra non sia propriamente il massimo, ma ogni volta che si dica o meglio ancora si taccia qualcosa ci si sottopone alle critiche.

Troppi silenzi sui diritti umani a Cuba, come se le migliaia di dissidenti uccisi fossero dei poveri imbecilli. Stesso vale per il Venezuela, per l’Argentina, per l’Egitto, per l’Arabia Saudita e così via. I diritti umani dovrebbero essere al primo posto per chi predica il Vangelo e non un opcional che diventa secondario di fronte alla simpatia del singolo personaggio.

Gli Stati Uniti sono gli stessi di Obama, la violenza e le armi sono perfettamente gli stessi di un anno fa e non è possibile che un capo di Stato nonché un leader spirituale si permetta certe cadute di stile.

Piazza San Pietro è sempre più vuota la domenica, il Giubileo della Misericordia è stato un flop senza se e senza ma.

Non è il brand a non funzionare, ma il Presidente del Consiglio d’amministrazione a dover essere urgentemente sostituito. Parafrasando Woody Allen “non ho nulla contro Dio, è il suo fan club che mi spaventa”.