Gli equilibri nel centrodestra si spostano verso destra e l’asse Salvini-Meloni, il cosiddetto polo sovranista è in continua ascesa e sfonda la quota morale del 20%. Entro un anno ci saranno le elezioni politiche, quali scenari avremo di fronte?

A cura di Giorgio La Porta – Il Polo sovranista di Salvini Meloni ‘sfonda’ quota 20% nei sondaggi e si impone come terzo polo nella competizione elettorale.

Un centrodestra non più a trazione berlusconiana ma una coalizione, per quanto il termine coalizione sia inappropriato con l’attuale sistema elettorale, di destra-centro nella quale Berlusconi e centristi sono costretti ad accodarsi per non essere irrilevanti nella corsa.

Cosa avverrà adesso che Meloni e Salvini hanno i numeri per creare un polo capace di aggregare anche altri soggetti che non hanno gradito 4 anni di Patto del Nazareno?

Oltretutto c’è un punto che è molto più di difficile risoluzione rispetto al candidato premier ed è la scelta del programma elettorale che il futuro centrodestra dovrà redigere entro pochi mesi per poi presentarsi agli elettori. Quali saranno i punti forti della candidatura della coalizione di centrodestra? Si seguirà la linea del PPE e di Forza Italia ora che Tajani è riconosciuto come un leader azzurro di caratura internazionale o si seguirà la linea della maggioranza della coalizione guidata da Salvini e Meloni?

Che ruolo avranno i partiti minori, se così vogliamo chiamare realtà come Energie per l’Italia che sta raccogliendo in tutta Italia un grande consenso da parte di amministratori locali e singoli elettori che con tanto entusiasmo aderiscono a questo movimento che rappresenta una importante novità dello scenario liberale Italiano? Per non parlare poi del movimento di Fitto che molto è ben radicato al sud ma che ancora non prende il volo nei sondaggi e costituisce pertanto un’incognita non affatto secondaria.

Poi c’è infine l’incognita Alfano. Secondo un sondaggio che abbiamo fatto su centro-destra.it sette elettori su 10 sono disposti ad abbandonare il centrodestra qualora vi fosse l’alleanza con Angelino Alfano che dunque non solo non porta i propri voti ma allontana gli elettori altrui.

Berlusconi preferirà inseguire Alfano in nome di una grande coalizione moderata che poi domani si possa mettere d’accordo con i centristi renziani o vorrà ripetere quell’alleanza del centrodestra che ha permesso la vittoria in molti comuni e che governa tre regioni italiane?

Intanto Giorgia Meloni e Matteo Salvini continuano a girare l’Italia, a riempire le piazze e ad accendere l’entusiasmo degli elettori. Qualcuno prova a definirli pericolosi populisti da quel pulpito di superiorità morale che viene dato a chiunque non sia di sinistra. Se non voti per Letta, Renzi e Monti, nei comuni ti candidi e magari sconfiggi anche il Pd, automaticamente diventi un soggetto pericoloso da denigrare.

Giorgia e Matteo sono due volti che non fanno paura e che non possono in alcuna maniera rievocare vecchi fantasmi. Sono due energici quarantenni che con la giusta energia esprimono le proprie posizioni senza fare sconti.

La loro chiarezza nel linguaggio e i loro messaggi diretti sono un punto di riferimento per quei cittadini che non sopportano i giochi di palazzo.

In realtà c’è qualcosa di loro che fa paura: è il loro 20% di consenso popolare in continua ascesa, ma di questo ce ne faremo volentieri una ragione.