Voci di corridoio sulla nascita di un partito del Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi. Uno tsunami su una intera classe politica esistente.

A cura di Giorgio La Porta – Sono le 20 di sera quando finisco il mio lavoro in ufficio e mi avvio per fare due passi sotto il cielo grigio della piovosa Bruxelles. Sotto il Parlamento c’è un capannello di colleghi stranieri incontrati nelle varie commissioni. Mi salutano e mi avvicino con cortesia. Stanno parlando di Mario Draghi e della svolta italiana. Nessuno di loro è italiano ma conoscono tutti perfettamente cosa avvenga nel nostro Paese.

Uno di loro mi dice: “Tu lo sai che se Draghi fondasse un partito qui gli farebbero i ponti d’oro e quel partito avrebbe mezzi, giornali e supporti necessari per cancellare l’attuale classe politica italiana?” Ci penso un po’ e rispondo che ho già visto le borse brindare e lo spread calare di fronte all’elezione di un tecnico, ma ho anche visto la Ministra Fornero piagnucolare e tanti pensionati piangere seriamente. Aggiungo che ho già visto Scelta Civica al 10% sciogliersi come neve al sole. Mi fanno notare che i contesti sono diversi e che ora siamo in un clima da dopoguerra e che Draghi, molto più di Monti, potrebbe logorare il consenso del centrodestra. Inizia un vero e proprio dibattito e mi fanno notare che una forte campagna elettorale di Draghi presidente potrebbe arginare tanto quel centrodestra che ha il 51% nei sondaggi, quanto quel Pd in perenne corteggiamento della sinistra più radicale. Ma il potenziale vero sarebbe in quel 32% di italiani che hanno votato il Movimento 5 Stelle e che oggi non possono certamente tornare a votare a destra o a sinistra. Per non parlare poi di quei piccoli gruppi tipo Forza Italia, Italia Viva, Azione, Più Europa (15% di elettorato) che di fronte a questo tsunami avrebbero ben poca forza per opporsi e verrebbero brutalmente vampirizzati anche e soprattutto perché sono i migliori sponsor dell’uomo del fare con esperienza in Europa. L’elettore medio di Più Europa cosa voterebbe tra Draghi e la Bonino? E l’elettore di Forza Italia o di Renzi?

Per questo bisogna prendere un lungo respiro e stabilire da che parte stare, proprio come si è fatto ai tempi di Scelta Civica, con la differenza che Monti ha ottenuto il 10% in un contesto ordinario e dopo aver governato il Paese. Non servono scelte impulsive ma lunghe riflessioni di ore e ore. Se qualcuno da sinistra e dal 5 stelle ha iniziato a lanciare provocazioni in chiave anti Salvini è perché vorrebbe che venisse consegnato Draghi nelle mani del Pd per farlo diventare di sinistra e uno strumento chiaro per fermare l’ondata delle destre. E’ sempre la stessa subdola e funzionante teoria secondo la quale ciò che non è apertamente di destra deve diventare necessariamente di sinistra.

Fanno così con la Costituzione, con il Capo dello Stato, con i deportati nei campi di concentramento, con la cultura, il lavoro e la scuola.

Sta a noi fare il passo giusto. Perché gli tsunami non si fermano né con le piazze e né con i social.

COSA DOVREBBE FARE IL CENTRODESTRA NEI CONFRONTI DEL GOVERNO DRAGHI?