charlie_hebdo_attack_3__kyaw_thu_yein– A cura di Giorgio La Porta – Vi ricordate quando eravamo tutti coraggiosi Charlie Hebdo? Sembrano passati secoli da quel 7 gennaio e l’Europa intera è caduta in una spirale di paura degna dell’alto Medioevo. La strage compiuta al giornale satirico francese ha sortito il suo effetto e da allora anche i pochi coraggiosi che disegnavano vignette su Maometto ci hanno pensato bene e hanno rimesso negli astucci le proprie matite. In Italia quei sinistri che raccontavano di aver fatto la Resistenza e fermato il nazismo grazie alle loro vignette, hanno dimostrato di fare i coraggiosi solo contro Berlusconi, ma nel momento in cui qualche violento gli ha detto cosa non disegnare assolutamente, hanno obbedito da perfetti omertosi.

Poi abbiamo fatto in modo che la paura mista all’ipocrisia iniziasse a dettarci le regole del vivere civile e per non infastidire gli ospiti qualcuno ha iniziato a cambiare i colori delle pareti della nostra casa. Altri hanno detto che forse era meglio togliere i crocifissi nella culla del cristianesimo, poi togliere il presepe e sostituire la calza della befana con un sano kebab.

Proprio come all’indomani dell’11 settembre ci siamo svegliati improvvisamente realizzando di avere in casa il nostro potenziale nemico. La cosa bella è che ancora stiamo discutendo e mentre le nostre menti viaggiano, i salotti televisivi si riempiono di montagne di parole, plastici e sondaggi, centinaia di sconosciuti e potenziali terroristi ogni notte sbarcano sulle nostre coste. E noi non abbiamo fatto una fottuta legge per fermare questo pericolo.

Continuiamo a dibattere, scrivere libri, insultare Salvini e dire che se la Le Pen avesse vinto le regionali sarebbe risuscitato Hitler. Intanto ci invadono, ci occupano, prendono spazio, occupano quartieri e fanno 4 volte il nostro numero di figli, così nel 2050 senza fare guerre l’Europa sarà a maggioranza musulmana.

In Italia non serve neanche arrivare alla maggioranza assoluta, perché basterà che un quarto della popolazione formi un partito islamico e vada a votare in massa, per ottenere quel 40% che gli permetterà di occupare le Camere, nominare il Presidente della Repubblica che a sua volta nomina la Corte Costituzionale e così via. E una volta occupata l’unica Camera post referendum costituzionale ci vorranno 10 minuti a cambiare leggi elettorali e Costituzione. Azzerare i contropoteri dello Stato ha degli effetti immediati e presenta dei possibili pericoli.

Dobbiamo avere paura? Si, abbiamo fottutamente tanta paura. Ma non dei possibili nemici, io ho paura degli italiani, della loro ipocrisia, del buonismo che non permette di fermare i barconi e preferisce lasciarci invadere da disperati e terroristi.

Ho paura di chi in nome dell’accoglienza sta trasformando l’Italia in un campo profughi. Ho paura della paura degli italiani che prima o poi accenderanno dei focolari di ribellione e se la prenderanno con qualcuno che non c’entra nulla solo perché ha la pelle scura. Perché la xenofobia non è una grave malattia contagiosa. La xenos fobia è la paura del diverso, dell’estraneo, dello straniero. Posso avere paura di qualcosa che è radicalmente diverso da me e che non ha alcuna voglia di integrarsi con me, che non riconosce le mie leggi e il mio Stato e anzi mi vuole conquistare e occupare per convertirmi? E se ho paura di essere convertito a qualcosa di radicalmente diverso e opposto sono un pericoloso xenofobo o ho una legittima paura di vedere stravolti i miei valori e la mia cultura?

1200x630_314069_le-iraniane-senza-velo-di-36-anni-faQuando vedo le foto in bianco e nero delle donne in Iran 36 anni fa in piazza contro il velo e penso alla condizione odierna di quelle donne mi sale un brivido per la schiena e penso al futuro del nostro Occidente. Vedo la dignità umana piegata alla violenza della cecità religiosa. Vedo le matite spuntate di Charlie Hebdo e la museruola alla libertà. Vedo la negazione dei più elementari diritti umani, del diritto di credere, di scegliere, di essere.

Essere liberi di voler restare liberi e non fare la fine di quelle donne iraniane. Anche se per questa nostra paura rischiamo di essere definiti xenofobi dalla peggiore sinistra benpensante e ipocrita.