A  cura di Nicola Tancredi – Minuti, ore, giorni e mesi, ma alla fine quel momento è arrivato. Dopo circa un anno di lavoro, il progetto in cantiere è diventato realtà e nelpanorama culturale della destra italiana è nata la casa editrice “Passaggio al Bosco”. Oltre a una distribuzione già rodata e un ricco catalogo, la neo linea editoriale si pone l’obiettivo di essere la voce fuori dal coro; il messaggio è chiaro “combattere il pensiero unico”. Ne parliamo con Marco Scatarzi, tra i fondatori della casa editoriale:

Cosa vi ha spinto a intraprendere questo progetto e seguirlo, passo dopo passo, fino alla realizzazione? Qual è stata la volontà; l’obiettivo?

“Passaggio al Bosco” nasce dalla volontà di scrivere e diffondere nuove narrazioni, estranee al pensiero unico e all’egemonia dei meccanismi spersonalizzanti e omologanti. Riteniamo che la cultura, intesa nel senso classico del termine, giochi un ruolo fondamentale in un tempo fondato sull’evanescenza e sulla liquidità dei rapporti, delle idee e delle posizioni: è un ritorno al senso, alla fissità e all’essenzialità; uno stimolo alla ricerca di nuove prospettive e nuove sintesi; una necessaria azione di controinformazione. Volontà e obiettivi, dunque, coincidono: vogliamo essere la voce dei Ribelli, di tutti coloro che “hanno un nativo rapporto con la libertà” e, aggiungiamo noi, sono disposti a difenderla. Questa libertà coincide con la nostra identità, con il retaggio della nostra Civiltà, con il vasto patrimonio valoriale e spirituale della nostra Europa e dei suoi figli migliori. Se i dispositivi globalisti ci vogliono sradicati e rassegnati, quindi, dobbiamo saper opporre un nuovo linguaggio delle radici e una rinnovata spinta alla lotta.

Parlaci del nome “Passaggio al Bosco” e del suo significato.

Il “Passaggio al Bosco” viene illustrato da Ernst Jünger nel suo “Der Waldgang”, che Adelphi ha presentato al pubblico italiano come “Il trattato del ribelle”. Questo passaggio, che implica il movimento e quindi la scelta volontaria, simboleggia l’affrancamento dal dominio della tecnica e del profitto, attraverso una ribellione che – oggi – possiamo identificare come un naturale ritorno alle differenze, alle specificità e alle identità. Il nostro “passaggio al bosco” vuole essere una secessione dall’automatismo, dalla volgarità dell’apparire, dalle tentazioni del calcolo, dalle accademie del buonsenso. Uno stimolo a coltivare i legami, a vivere la Comunità, a riappropriarsi del proprio tempo e della propria dimensione umana attraverso i luoghi da abitare, i gesti da compiere e gli esempi da incarnare. Il “passaggio al bosco”, in questo senso, è il terribile desiderio di una vita autentica, finalmente liberata dai mantra di questa epoca virtuale ed effimera.

All’interno del catalogo troviamo il libro “ Essere comunità” del quale sei l’autore. Cosa vuol dire “essere comunità”?

Il libro nasce per offrire degli orientamenti aimilitanti identitari che, per scelta volontaria, vivono la forma comunitaria nella propria quotidianità di lotta. “Essere Comunità” significa comprendere che questa aggregazione di Uomini e Donne, organizzata gerarchicamente ed organicamente, rappresenta una meravigliosa manifestazione di ribellione rispetto all’individualismo galoppante e alla società degli sciami liquidi. La Comunità concepisce legami, sodalizi e sacrifici, educa alla Formazione e allo sviluppo di una dimensione verticale, prevedere l’accettazione di una disciplina e di un codice d’onore, coltiva il senso del dono disinteressato e impersonale, rispetta un vincolo di servizio e un terzo elemento che ne orienta il cameratismo. La Comunità si contrappone al dilagare dell’edonismo e dell’egoismo, trasmette retaggi e tradizioni, pratica riti ed esalta miti, disprezza il nichilismo e il fatalismo, restituisce un senso alle idee e alle azioni. La Comunità è il fare operoso, la profondità dell’essere, la reciprocità del dare, la volontà di appartenere, la scelta di amare ciò che si difende e di difendere ciò che si ama. La Comunità ha dei confini e un centro: concepisce dei limiti e delle alterità, ma senza innalzare muri e senza trincerarsi nell’autoreferenzialità. E’ un’alternativa reale, eroica e differenzialista, al “mondo degli uguali”: perché nella Comunità si è unici e irripetibili, si è persone e non numeri, si è attori e non comparse. “Essere Comunità” significa scegliere di vivere per non accontentarsi di dover sopravvivere.

Nel panorama dell’editoria indipendente quali sono i prossimi progetti?

L’editoria indipendente sta conoscendo, a dispetto delle tendenze di mercato, un fiorire di attività non allineate che dimostrano una vivacità culturale vincente. “Passaggio al Bosco” si concentrerà sulla diffusione di opere dirette ad un pubblico identitario: presenteremo ai nostri lettori quei libri che hanno riscosso successo all’estero e che potrebbero contribuire ad arricchire il dibattito di casa nostra. Non solo: ristamperemo opere “sempreverdi” che sono finite nel dimenticatoio e daremo spazio alle tante novità che ci verranno proposte. Cercheremo di operare a tutto tondo, perché siamo convinti che la cultura sia un grande organismo vivente, composto di parti che hanno un senso se vengono messe in rete: ai compartimenti stagni delle noiose verità preconfezionate, infatti, preferiamo la sperimentazione, l’analisi e il confronto. Molti ci hanno detto che sarà inutile, difficile e improduttivo: è per questo che ci piace.